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Il romanzo “Il deserto dei Tartari” di Dino Buzzati è stato pubblicato nel 1940 e decisamente segnò la consacrazione di Buzzati tra i grandi scrittori del Novecento italiano. L'autore in un'intervista affermò che lo spunto per il romanzo, era nato dalla monotona routine redazionale notturna che faceva a quei tempi. Molto spesso avevo l'idea che quel tran tran dovesse andare avanti senza termine e che mi avrebbe consumato così inutilmente la vita; la trasposizione di questa idea in un mondo militare fantastico era stata per lui quasi istintiva.
Da questo libro è stato creato anche un film, molto bello e poetico, nel 1976 diretto da Valerio Zurlini connel cast Vittorio Gassman, Jacques Perrin, Philippe Noiret, Max Von Sydow e l'appena compianto Giuliano Gemma.
Il tema centrale del romanzo è quello della fuga del tempo, ed è un magistrale esempio della rappresentazione della vita come attesa, come sconfitta e rinuncia, forze ineluttabili guidano l'esistenza di ognuno, coincidenze assurde ed imprevedibili ne determinano il corso, e l'uomo, molto spesso in preda all'angoscia, solitario avventuriero sulla strada della vita, può essere liberato solo dalla morte.
La trama è questa: Giovanni Drogo è un giovane tenente ventunenne destinato ad un avamposto isolato, il Forte Bastiani, un'immensa fortezza gialla ai confini del deserto, un tempo regno dei mitici nemici, i Tartari. In un'atmosfera di mistero, sospesa nel tempo, in un clima eroico di gloria e speranza pietrificato, i soldati aspettano l'arrivo dei Tartari i misteriosi nemici del Nord. E' un'attesa perenne e senza senso che contagia anche il protagonista che arrivato con l'idea di andarsene subito, deciderà di restare, anche lui motivato da quella vana, grandiosa aspettativa della guerra, e si rende conto del tempo che è passato solo dopo quindici anni, quando improvvisamente sente che la giovinezza se ne è andata e si rende conto di aver vissuto vanamente. Ed è proprio allora che i Tartari sbucano dal deserto e prendono d'assalto la Fortezza, ma ormai Drogo, vecchio soldato ormai incapace di combattere, dovrà andarsene prima di vivere quello che aveva aspettato per tutta la vita.
Lo stile del romanzo è meraviglioso, lo scrivere dell'autore sublime, la narrazione si adegua all'atmosfera surreale, dalla lentezza iniziale della vita monotona e ripetitiva che occupa i primi venti capitoli, al ritmo accelerato che la vicenda assume dal momento in cui il protagonista si rende conto che l'esistenza è fuggita via.
Un libro imprescindibile per ogni lettore, un'avventura che si fa riflessione profonda e lucida.