The Lost Symbol
2009 • 509 pages

Ratings439

Average rating3.4

15

Ho appena finito di digerire, anzi forse è meglio dire metabolizzare, il tomo da 600 pagine, il libro più lungo che Dan Brown ha scritto fino adesso.

Il primo impatto è: bello, mi è piaciuto. Devo dire che mi è anche più garbato del Codice e sicuramente più di Angeli e Demoni, che secondo me non era proprio un degno seguito del Codice. Se andiamo a guardare devo dire che Dan Brown sta migliorando scrivendo, invece che peggiorando come molti scrittori alle prese con lo stesso personaggio in più libri. Non so quanto questo sia dovuto al team che probabilmente ora collabora con lui e lo supporta nelle ricerche e nelle scritture. Ma sinceramente poco importa se il risultato è un bel thriller pieno di simbologia mistica e occulta che ti invoglia a proseguire con la lettura e cosa forse più importante a “cerchicchiare” qua e la su Google, immagini, dipinti, storie. Perchè forse questo è la cosa che mi ha sempre più affascinato dei libri di Brown, la voglia che mi mette addosso di cercare un luogo dove si svolge la parte di una trama, un riferimento misterioso o un quadro citato.

Devo anche dire che sono rimasto piacevolmente colpito anche dal fatto che molti passaggi di questo libro siano sconfinati in un noir più che un thriller e qualche spezzone mi ha ricordato in qualche modo anche la serie cinematografica di Saw.

Certo il dipanarsi della storia è sempre stata uguale nei tre libri con al centro la figura del professore Robert Langdon, mistero da risolvere, personaggio malvagio, ambientazione avventurosa e molta, tanta simbologia. Come già  ho detto per il Codice in passato, credo che questa sia da leggere non come un compendio di sapere (anche se può esserci effettivamente qualche spunto su cui riflettere) ma semplicemente come un buon thriller a sfondo simbolico mistico. Mi piace il personaggio di Langdon, mi piace la simbologia che trovo in questi libri, mi piace lo stile di scrittura non tra i più raffinati, ma non è che stiamo cercando di leggere Proust e mi piace la curiosità  che suscitano in me questi libri.

E' un mix coinvolgente come un buon cocktail che non si può certo dire che non sia stato sapientemente mescolato. Aspetterò anche il film, sicuramente già  in fase di “produzione”.

October 30, 2009Report this review