American Gods
2001 • 635 pages

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15

L'idea alla base del romanzo è geniale, ma lo sviluppo della storia difetta in molte parti: a volte, eccessivamente, il libro si rivela lento, macchinoso, con trovate un po' al limite e l'idea che il lettore se ne fa arrivato alla fine è di aver fatto una piccola indigestione. Troppi, davvero a dismisura gli argomenti dati in pasto nella storia.
I giudizi da me letti erano molto positivi e visto anche le premiazioni Hugo e Nebula, è stato un incentivo a cominciarne la lettura, peccato che giunto all'ultima pagina, se dovessi mettere su una bilancia (come nel libro) l'anima di questa storia, dovrei dare tutto in pasto al Dio egizio dei morti. Troppe le parti noiose e inconcludenti.
Il personaggio principale è un po' troppo stereotipato e risalta troppo il background dell'autore che pesca a piene mani dai fumetti, in contrapposizione i personaggi comprimari sono troppi e rendono il percorso narrativo troppo pesante, soprattutto nelle digressioni continue ai riti degli Dei nei tempi antichi per lo più mal raccontati, che non alleggeriscono certamente l'intreccio narrativo e potevano essere saltati del tutto senza per questo pregiudicarne la comprensione.
Ripeto l'idea di fondo è originale: uno scontro tra miti e dei del passato contro i miti moderni; quest'ultimi secondo me rispetto ai primi solo abbozzati e non ben definiti all'interno della storia. Gli dei del passato, in un pot-pourri di divinità d'ogni tempo e d'ogni mitologia, vivono semidimenticati nel mondo d'oggi, sbarcando il lunario come poveri reietti della società. Arriverà una guerra finale tra le due contrapposizioni e il personaggio principale farà da ago della bilancia.
Ma tutto ciò a mio avviso non basta a rendere la lettura piacevole, troppo spesso si scivola in un turbinio di caos, mischiando troppi generi: comedy, fantasy, mitologia, horror, noir, che invece di divertire, confondono e alla lunga stancano.
Due stelle per l'idea e nulla più.

December 19, 2011Report this review