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Se sapessi il tuo nome mi rivolgerei a te direttamente, ma non hai soddisfatto questa curiosità; l'ennesimo dubbio che hai lasciato in sospeso tra noi. Le tue parole mi risuonano in testa a distanza di mesi, alcune le ricordo a memoria. Di questo libro, che raramente ho il coraggio di aprire, sfogliare, rileggere, è rimasta solo la tua voce che ha cancellato tutto il resto. Non ricordo bene come va a finire la storia e nemmeno mi interessa. Voglio solo risentire la tua voce... ma allo stesso tempo ne ho paura. Già una volta ho provato cosa significa lasciarti entrare, prima appena dietro le pupille, poi al centro della mia cavità toracica. Hai sussurrato al mio orecchio la tua storia con lucidità e sofferenza insieme; inevitabilmente mi sono ritrovata coinvolta. Hai preso la forma dei miei fantasmi e al tempo stesso facevi luce sulle mie ombre. La tua voce è diventata la mia.
Vorrei che altri la sentissero, anzi, la ascoltassero.
Tu meriti non solo occhi e orecchie, ma mente e anima.
Ed è per questo che, incapace di parlare di te, parlo a te.
Parlo con te mentre tu continui a parlare al mio cuore.