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Questo ultimo romanzo di Georgi Gospodinov è il vincitore del Premio Strega Europeo 2021 nonché è comparso nella Top Ten de “La Lettura” del Corriere della Sera. Gospodinov è un autore che mi piace, adoro il suo stile di scrittura, e infatti avevo grandi aspettative su questo libro per due semplici ragioni, la prima è che appunto ammiro lo scrittore e la seconda perchè la trama era molto originale come solitamente ormai cerco di scegliere.
La trama parte bene, la scrittura è come piace a me e infatti parto con le migliori aspettative: un giovane scrittore bulgaro, alla vigilia della caduta della cortina di ferro conosce uno strano personaggio di nome Gaustìn che “vive” nel passato. Anche l'autore ama il passato e la storia (caspita proprio come al sottoscritto lettore!). Trent'anni dopo lo ritrova in una clinica da lui stesso creata dove cerca di curare i pazienti affetti da Alzheimer riportandoli a vivere la loro giovinezza nel passato da cui provengono: ricreando dapprima stanze, poi interi piani ambientandoli nella loro epoca, ecco i “Cronorifugi”. I pazienti ritornano a vivere in una vita passata, in ogni caso il presente per loro era già finito.
Che cos'è un cronorifugio? È un rifugio spazio-temporale in cui si operano le riparazioni del passato: “L'esperimento consisteva in questo: costruire un passato protetto, ovvero un “tempo protetto”. Un cronorifugio. Voleva che aprissimo una finestra nel tempo e che là vivessero i malati, ma anche i loro cari.” Da qui il passo è breve, prima quartieri, poi città, poi interi stati tramite dei referendum scelgono in quale passato ritornare a vivere: “Il mondo si era trasformato in una clinica aperta del passato, come se fossero caduti i muri.”
Un po' saggio ed un po' racconto, pieno di richiami, citazioni, immagini, riletture come quella dell'Odissea dove Ulisse è visto come l'uomo che di fronte all'immortalità offertagli in una delle sue mille avventure, scegli di tornare dal padre, di tornare a Itaca, di tornare al passato; non più libro d'avventure, ma di costante ritorno. Insomma tante belle immagini, frasi che colpiscono e ti fanno riflettere che ti sedimentano.
Ma ad un certo punto, quando a metà libro arrivano le descrizioni del passato bulgaro, dei vari perchè una certa nazione sceglie un certo anno in cui rivivere rispetto ad un altro, comincio ad annoiarmi, non mi raccapezzo più, seguo l'autore in questa carrellata storica del XX secolo e comincio a perdere i pezzi (sebbene io ami la storia) e poi la voglia di leggere e infine come l'autore stesso vado a perdermi nel passato e al perchè ho scelto questo libro, non lo ricordo, mi sembra che il mio cervello pera le connessioni... comincio a dimenticare i nomi, perdo il senso delle frasi, svaniscono le parole...
kfjgo dpfogm efogèf...