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Bello, bello, bello. Una lettura piena e coinvolgente, profonda, mai noiosa, sorretta da una scrittura magistrale. Ne sono stato completamente risucchiato. Conoscevo la scrittura di McEwan, perché in passato avevo letto “Bambini nel tempo” e sapevo più o meno a quello che andavo leggendo, ma rispetto al sopra citato questa è stata una lettura ancora migliore, soprattutto per la trama, il modo di scrivere è rimasto eccelso come lo ricordavo.
La trama: Briony, tredicenne, ragazzina chiusa ed introversa che passa il tempo a scrivere storie, sta preparando uno spettacolo teatrale per impressionare il fratello maggiore Leon. Tuttavia, il giorno in cui deve andare in scena lo spettacolo si verificheranno una catena di fatti che metteranno in moto eventi che cambieranno per sempre la vita dei protagonisti; la protagonista crederà di aver assistito a qualcosa che non doveva accadere, che non sa nemmeno nominare con esattezza, si ritroverà così ad accusare un ragazzo, innocente, e questo cambierà la vita a tutti, in particolare a lei, l'accusatrice, alla sorella Cecilia, e a Robbie, l'accusato. Il libro è diviso principalmente in quattro parti. Nella prima parte assistiamo a tutta la storia della Briony ragazzina, nella seconda parte che si svolge qualche anno dopo, siamo immersi nella seconda guerra mondiale dove il protagonista principale è Robbie, nella terza parte ci sono Briony, Cecilia e Robbie che si incontrano molti anni dopo nuovamente e infine, nella quarta parte, ci troviamo a Londra nel 1999 e sarà una Briony diventata anziana che rivelerà il finale di questa storia.
Questa è la storia di un'espiazione, di una colpa che coverà nell'animo e che suppurerà per anni.
McEwan scrive in modo semplicemente incredibile. Sono ben pochi gli scrittori che posso vantare un'eleganza pari alla sua: evoca parole, espressioni, personaggi d'una intensità e forza tali da lasciare a occhi sgranati il lettore.
Personalmente è un romanzo che vi consiglio enormemente: poche storie sanno avere la bellezza di questa: amore, guerra, tragedia, colpa, espiazione appunto: ma lo sarà davvero?