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I due volumi di “Fiabe italiane” curati da Italo Calvino li ho pescati per caso dagli scaffali della biblioteca - sezione ragazzi (sezione che tengo spesso sott'occhio), e non ho resistito, ho dovuto prenderli in prestito. È stato bello reimmergersi nella prima parte di questo mondo di fiabe che da piccola avevo adorato così tanto da finire ogni volume in uno, massimo due giorni. Certo, allora libri del genere li mangiavo, ogni storia era emozionante ed avvincente, mentre ora che sono cresciuta, quando sono a metà storia già so come va a finire. Questo non mi ha comunque impedito di godermi la raccolta tuffandomi in un mondo di principesse, draghi, vecchine, maghi, re e regine... ancora con occhi e mente di bambina, ogni tanto fa bene! Dato che poi sono appassionata di lingue e regionalismi è stato doppiamente piacevole vedere come cambiavano le fiabe in stile/trama/lessico a seconda delle varie zone di provenienza. Ricordarsi tutte le storie preferite è impossibile, ma in generale mi sono piaciute tanto quelle dell'Emilia Romagna e di Pistoia (“La contadina furba”).