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Il grande Gatsby ovvero l'età del jazz: luci, party, belle auto e vestiti da cocktail, ma dietro la tenerezza della notte si cela la sua oscurità, la sua durezza, il senso di solitudine con il quale può strangolare anche la vita più promettente. Il giovane Nick Carraway, voce narrante del romanzo, si trasferisce a New York nell'estate del 1922. Affitta una casa nella prestigiosa e sognante Long Island, brulicante di nuovi ricchi disperatamente impegnati a festeggiarsi a vicenda. Un vicino di casa colpisce Nick in modo particolare: si tratta di un misterioso Jay Gatsby, che abita in una casa smisurata e vistosa, riempiendola ogni sabato sera di invitati alle sue stravaganti feste. Eppure vive in una disperata solitudine e si innamorerà insensatamente della cugina sposata di Nick, Daisy... Il mito americano si decompone pagina dopo pagina, mantenendo tutto lo sfavillio di facciata ma mostrando anche il ventre molle della sua fragilità. Proprio come andava accadendo allo stesso Fitzgerald, ex casanova ed ex alcolizzato alle prese con il mistero di un'esistenza ormai votata alla dissoluzione finale.
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Il grande Gatsby è un romanzo dello scrittore statunitense Francis Scott Fitzgerald pubblicato per la prima volta a New York il 10 aprile 1925 e tradotto per la prima volta in Italia nel 1936 da C. Giardini con il titolo Gatsby il magnifico e nel 1950 da Fernanda Pivano con il titolo Il grande Gatsby. Il libro, nel tempo, diventò innumerevoli volte opere teatrali, musicali e ne vennero fatte anche tre versioni cinematografiche: la più famosa quella di Francis Ford Coppola interpretato da Robert Redford e Mia Farrow.
Il libro è scritto in modo magistrale, la scrittura di Fitzgerald è qualcosa di fresco, autentico e lussuoso, intrecciando gli avvenimenti presenti con quelli passati in nove brevi capitoli. Questi sono concatenati rapidamente con un distacco obiettivo e la prosa è scorrevole e bellissima, il narratore quasi completamente in secondo piano.
Il tema principale del romanzo è quello della solitudine, della incomunicabilità e dell'indifferenza. Nessuno comunica alle lussuose feste di Gatsby, che sono invece solo “entusiastici incontri tra gente che non si conosceva neanche di nome”. Il più solo di tutti i personaggi è appunto Gatsby nella cui lussuosa villa si svolgono quelle feste favolose alle quali egli non partecipa. Tutto ciò che avviene nella sua casa avviene per il solo scopo di poter far venire da lui Daisy, donna amata e persa. Memorabile l'immagine di Gatsby, uomo solo, fermo sul prato della sua lussuosa villa mentre guarda con gli occhi fissi la luce verde che si riflette sul pontile della casa di Daisy dall'altra parte della sponda, la donna che non potrà mai riavere.
Gatsby si può considerare come un “eroe romantico”. Egli è infatti destinato alla sconfitta e appare sempre inadeguato al mondo che lo circonda. Ed è qui però che risiede la sua grandezza: Gatsby infatti vive solo per un sogno ed è perfino disposto a morire per esso. La ricchezza, la bella vita, nulla ha importanza; paradossalmente la statura morale e spirituale del personaggio è immensa finendo per nascondere il suo passato oscuro e criminoso. Anche se i personaggi che gravitano attorno a lui, riescono quasi a privarlo della ribalta: Tom e Daisy, apoteosi dell'indifferenza umana, su tutti: «Erano gente indifferente, Tom e Daisy - sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia indifferenza o in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano che altri mettesse a posto il pasticcio che avevano fatto ».
Il romanzo è ambientato a New York e a Long Island durante l'estate del 1922, Il grande Gatsby è il più acuto ritratto dell'anima dell'età del jazz, con le sue contraddizioni, il suo vittimismo e la sua tragicità.
E' un libro essenziale e perfetto. Capolavoro del novecento, nella mia personale lettura ho letto avidamente la prima parte del libro, velocizzando la parte centrale con quasi astio e stroncandolo, per poi finirlo d'improvviso, rifletterci molto e rendermi conto di aver letto un libro meraviglioso.