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Di futurismo vero qui troverete solo l'ombra. Il futurismo, quello del culto della velocità, della compenetrazione dell'ambiente e chi vi si muove in esso, del paroliberismo, del disprezzo della donna e ogni romantico ideale, dell'affermazione della superiorità della macchina sull'uomo, e via così, è molto distante dall'idea di Volt. Certo, c'è la guerra e l'imperialismo, Volt chiama un personaggio “Marinette” e si autodefinisce futurista, ma la realtà è che questo è un romanzo per metà cattolicissimo pro-curia e per metà fascista, come l'autore. Insulso e poco interessante ciò che accade. Sarà pure perché a me il conservatorismo fa ribrezzo e qui ce n'è a palate. Proprio futurista! Fin dove sono arrivato prima di abbandonarlo si può riassumere in: “che bello il papa che brutti i comunisti che sono ufficialmente alleati con la massoneria. Al protagonista piace la figa.” Reazionario, per niente rivoluzionario. Perfetto per essere inserito nelle accademie e da bruciare con esse.
Una stellina in più perché è scritto molto bene, ben scorrevole, altrimenti si sarebbe meritato una stella.