Abu Obeid el-Jozjani: così si chiamava il discepolo prediletto di Abu Alì ibn Sina, il grande Avicenna, il principe dei medici e dei filosofi, la cui saggezza e il cui sapere abbagliarono, agli inizi del secondo millennio, califfi e visir, principi e mendicanti, capi militari e poeti, suscitando ammirazione e stupore tra le genti d’Occidente. Jozjani visse a fianco di Avicenna per venticinque anni, seguendo fedelmente il maestro nel suo peregri-nare da Samarcanda a Chiraz, dalla magnificenza dei palazzi all’umiltà dei borghi, e annotando puntual-mente, come in una specie di diario di bordo, quanto accadeva. Basato sul manoscritto autentico di Jozjani, La via per Isfahan non è soltanto l’avvincente racconto della vita e delle gesta di uno dei sommi sapienti dell’Islam, al tempo in cui l’Islam era una grande e tollerante ci-viltà. È, innanzi tutto, uno straordinario romanzo d’avventura che, attraverso gli occhi di Jozjani, ci ricon-duce sulle strade della Persia che abbiamo sempre sognato: tra le distese desertiche e salate dove, in mezzo a oasi lussureggianti, sorgono città di una bellezza incomparabile, e le carovane scaricano gemme e spezie del paese giallo, armature di Siria, avori di Bisanzio; nei bazar, dove le narici si gonfiano di profumi rari e aromi preziosi, e pellicce, ambra, miele e schiave bianche seducono i viandanti; nei deserti pietrosi, sotto i cieli stellati; nell’intimità dei serragli; negli harem traboccanti di voluttà... «Un libro che ci restituisce l'avventura pura, tra viaggi a dorso di cammello, combattimenti sanguinari, profumi travolgenti e caravanserragli popolati da donne dallo sguardo fatale». Lire «Un romanzo d'avventura in cui brillano i tesori, il sangue e la polvere di un regno da Mille e una notte». Le Figaro «Un grande romanzo d'avventure esotiche nel cuore della Persia antica». Le Monde
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