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Uno dei libri del secolo per il New York Times. Finalista del premio Pulitzer e del National Book Critics Circle Award. Trai i 100 libri da leggere nella vita per Amazon.com. La guerra evocata in tutta la sua insostenibile concretezza, in tutto il suo peso, il suo orrore e la sua assurdità. Le cose che portiamo è tutto questo e molto di più. Attraverso le vicende di un immaginario plotone di soldati impegnato a combattere nella giungla vietnamita, Tim O’Brien consegna al lettore un’ispirata, appassionante riflessione in forma narrativa sui temi della memoria, della verità e del potere del narrare. Un atto d’accusa contro tutte le guerre, limpido e umanissimo; un libro-monumento, capace di incidersi a fondo nella tormentata coscienza americana e in quella del lettore. E di riaffermare il ruolo irrinunciabile della letteratura come strumento di comprensione profonda di noi stessi e della realtà. “Il più grande scrittore della sua generazione”. - San Francisco Examiner “Una fiction letteraria potente ed evocativa, nel segno della più assoluta precisione stilistica”. - The Washington Post “Questo libro procura ustioni di terzo grado”. - The Boston Globe “La memoria come profezia. Le cose che portiamo racconta non dove siamo stati, ma dove siamo e dove saremo domani”. - Los Angeles Times “Una narrazione di formidabile spessore letterario e umano. Cruciale”. - The New York Times “Le cose che portiamo resta, a distanza di tempo, una delle opere imprescindibili”. - Giuseppe Culicchia, TuttoLibri - La Stampa
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Le cose che portiamo, in originale “The Things They Carried” è una raccolta di racconti brevi scritta da Tim O'Brien e pubblicata nel 1990. I protagonisti dell'opera sono soldati appartenenti ad un plotone statunitense stanziato in Vietnam durante la guerra. Le cose che portiamo è stato finalista del premio Pulitzer e nominato tra i libri del secolo dal New York Times. Nel 2013, O'Brien ha ricevuto il premio Pritzker per la sua produzione letteraria a tema militare.
Sebbene sia un lavoro di fiction (i fatti narrati e i personaggi non sono reali, pur presentando molte componenti semi-autobiografiche), il libro descrive in maniera molto precisa e dettagliata la guerra. Secondo lo stesso O'Brien, creare una storia tecnicamente falsa ma che rappresenta realisticamente la guerra, invece di elencare semplicemente i fatti senza suscitare nessuna emozione nei lettori, è il miglior modo per raccontare la storia dei soldati coinvolti.
La trama vede le vicende di un immaginario plotone di soldati impegnato a combattere nella giungla vietnamita e racconta le storie di questi ragazzi in guerra, nel fango, diciotto, diciannove anni, la voglia di scherzare, quando si riesce e un peso insostenibile sulle spalle.
Sono moltissime le cose che portano, questi ragazzi mandati al massacro, e l'elenco è lungo e variegato, non solo le armi e le attrezzature, il cibo e gli oggetti di primo soccorso ma anche lettere da casa, biscotti di Natale, i collant della propria ragazza e fumetti, foto di una vita che sembra lontanissima quasi una leggenda persa nel tempo ormai. Ma non solo oggetti, ci sono anche le emozioni a pesare: ricordi, vergogna, paura, coraggio, crudeltà, la normalizzazione della guerra, di avere un amico che viene risucchiato dal fango e dalla merda o che un attimo prima sta compiendo un passo e l'attimo dopo è sparso su un albero lì vicino e tu devi raccoglierne i pezzi. Il peso più grande da portare è quello di essere vivi, quando gli altri muoiono.
La paura della morte onnipresente, in una storia che non è solo una narrazione di guerra, ma abbraccia anche il ritorno a casa e i giorni prima della partenza, i sentimenti del nemico, la storia della morte di una bambina cara all'autore che toglie la possibilità di crescere insieme e resta un peso da portare per sempre.
Il libro è scritto bene e si legge facilmente, riporta esattamente le sensazioni e le storie di questi ragazzi, anche se alcuni episodi sono un po' scollati dal continuum della storia e alcuni sono qualitativamente inferiori rispetto agli altri, sicuramente consiglierei la lettura di questo libro agli appassionati della storia nel Vietnam, ma sull'argomento ho letto libri migliori, come “Matterhorn” di Marlantes.