Le leggi
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Platone qui tenta di educare il politico all'ideale di governo delineato nella “Repubblica”. E dice che lo Stato veramente giusto non è quello governato da pochi o da molti, dai ricchi o dai poveri, accettato volontariamente o a forza: il vero governo è quello che sia retto da chi abbia scienza, la scienza dialettica delineata nella Repubblica.
Tuttavia Platone si rende conto che le riforme non si possono fare da un giorno all'altro e dal di fuori perciò sottolinea l'importanza di inserirsi nella situazione da riformare attraverso un continuo educare il cittadino.
Molto belle alcune parti. Ad esempio quella in cui Platone all'unità armonica del tutto si giunge solo attraverso un'intima e personale esperienza interiore; il Bene che è giustizia interiore e dover essere si afferma come coscienza di misura, che appunto perché misura è ineffabile ma comunque sia per giungere a questo punto bisogna essere vissuti a lungo con questi problemi, bisogna essersi a lungo tormentati, essere passati attraverso gravi conflitti così da giungere, al fine, non al superamento di sé stessi ma alla realizzazione di sé attraverso il riconoscimento delle proprie potenzialità e dei propri limiti. Pezzi bellissimi insomma.