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Bellissime leggende e fiabe raccolte in questo libro scovato negli scaffali di una piccola libreria a Brunico. Non ho saputo resistere all'acquisto malgrado la mia età sia ben lontana da quella proposta dalla lettura.
Le vicende del popolo ladino che abita le terre delle valli dolomitiche fino a qualche anno fa erano poco note e, comunque, ricoperte da una patina leggendaria che le collocava in uno spazio particolare, nel quale era difficile tracciare un solco netto tra la storia e la leggenda, tra il mistero e la realtà. Le origini della gente ladina si perdono infatti nella notte dei tempi. Perpetuando nei secoli un rapporto vitale tra l'uomo e la sua terra, la popolazione ladina ha tuttavia saputo conservare pressoché intatti sia il patrimonio ambientale che quello linguistico culturale.
Parte integrale del patrimonio linguistico – culturale sono fiabe, leggende e racconti, storie immaginarie di fatti veri che forniscono verità, modelli per l'ordine di tutte le cose, danno un nome al destino, uno spazio alla speranza e un senso alla sofferenza. Fiabe e leggende non raccontano certo fatti veri, ma forniscono verità, modelli per l'ordine di tutte le cose, per dare un nome al destino, per dare spazio alla speranza e un senso alla sofferenza. I ladini delle Dolomiti non distinguono tra “fiaba” e “leggenda”, ma raccontano semplicemente “contìe”: storie vere