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Un libro sui dei vicini malevoli e insidiosi, un misterioso suicidio (che probabilmente è un omicidio), un sacco di caldo fuori e dunque quale migliore lettura per vendicarsi con la fantasia di tutti quei scocciatori del piano di sopra con i tacchi o di quelli di sotto che esultano la domenica davanti alla tv come ultras in curva e vogliamo parlare di quelli a fianco che si mettono a fare festa alle tre di notte? Sì, dai che mi metto a insultare pesantemente e a imprecare in una sorta di vendetta silenziosa.
Subentrato nell'appartamento di un'inquilina apparentemente suicida, Trelkovsky, scapolo tranquillo e ingenuamente anticonformista, si trova piano piano coinvolto in una misteriosa macchinazione ordita dai vicini. Il protagonista accetta di inchinarsi a regole rigidissime nella vita nel suo appartamento che lo porteranno ad una alienazione e ad una solitudine imposta e nevrotica fino ad una ribellione finale.
All'inizio c'è una palpabile tensione psicologia e la storia comincia a scorrere veloce, complici forse anche alcuni inserti a sfondo sessuale; poi verso metà libro e soprattutto nel finale tutto diventa incomprensibile, grottesco, quasi clownistico nel suo dipanarsi in un finale che è piacevole ma è del tutto rovinato dalle pagine precedenti. Da questo romanzo il registra Roman Polanski ha tratto un film e più ci penso più mi sembra una storia proprio adatta a lui.
Non penso guarderò il film in quanto il libro sta già svanendo dalla mia mente e non credo ne rimarrà traccia a lungo.