Lovecraft's Innsmouth
Lovecraft's Innsmouth
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Le due stelline sono perché di tanto in tanto strappa un sorriso.
In un paio di occasioni, almeno.
Non è un horror. Non è un thriller. Non è un bel libro.
Stà a Lovecraft come il cinema di qualità stà a un cinepanettone.
Più che omaggio a Lovecraft mi sembra una specie di tentativo di dissacrarlo e di ridere dei fan del “segaiolo di Providence”.
Si perchè il turpiloquio si spreca in questo raccontone.
Non che io sia mister Oxford nella vita di tutti i giorni o sia bacchettone ma è davvero, davvero, fastidioso leggere dialoghi interi di parolacce e insulti (tra l'altro ripetitivi e inutili) e parolacce persino nelle descrizioni del narratore.
Mi è rimasto in testa come l'autore descrive il passo strascicante di un personaggio (bastava dire strascicante) che fa più o meno cosi: “si muoveva come uno che cerca cazzi da succhiare”.
E non solo si cade spesso in quello che può essere succhiato, molto più spesso l'autore ci tiene a utilizzare l'altro ingresso per i suoi coloriti espedienti narrativi.
Dico raccontone perché la storia è breve, in realtà anche poco consistente, farcita a più non posso di situazioni al limite dell'assurdo e cosi inverosimili da essere assurdi anche per un racconto tributo a Lovecraft.
E non parlo di assurdo o inverosimile perché horror ma in quanto a improbabili rapporti a tre, un rapporto sessuale in una situazione così ridicola che non si capisce come inquadrarla, dialoghi (e conseguenze di questi) cosi impossibili da risultare noiosi e personaggi caratterizzati cosi poco (esclusi i protagonisti) che è difficile seguirli nel procedere della storia.
Non che sia facile seguirla, la storia.
Sembra più una accozzaglia di situazioni tragicomiche in cui l'autore fa incappare i suoi due alterego per dar sfoggio della sua dialettica vincente. Se giocata in casa.
Unica nota positiva, come già detto, è che qui e la strappa una risata.
In due parole: na cafonata.