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Mr Gwyn è un romanzo di Alessandro Baricco edito da Feltrinelli nel 2011. Posso affermare sicuramente e senza ombra di dubbio che Baricco rientra tra i miei autori preferiti: “Oceano mare”, “Novecento”, “Seta”, sono romanzi che ho apprezzato al di là del bene e del male e ancora oggi a distanza di molto tempo li ricordo con piacere, ma, come già altri lettori di questo autore, comincio a pensare che mi stia paraculando parecchio.
La trama, estremamente sottile è più o meno questa: Jasper Gwyn è uno scrittore di successo nazionale ed internazionale. Decide all'età di 43 anni di smettere di scrivere. Pubblicherà così d'improvviso una lista di cinquanta cose che non farà mai più e si ritira dalle scene. Si troverà a dover escogitare un modo per poter continuare a vivere di scrittura tenendo sempre fede alla promessa fatta di smettere coi libri. Decide così di diventare un copista, cioè farà ritratti di persone attraverso le parole, senza dipingere.
L'idea di base è fantasiosa quanto basta ad intrigare, lo stile di scrittura è comunque uno dei punti di forza dell'autore, ma sebbene si parta molto bene con l'inizio della storia, comincio ad avvertire le prime avvisaglie di paraculaggine (ovvero come ti infiocchetto le stesse medesime cose altisonanti, come la ricerca del significato della vita, per tutti i libri che scrivo) che si mischiano ad una noia velata e una sorta di fastidio nelle descrizioni delle pratiche dei ritratti ai vari clienti.
Insomma al bagliore geniale dell'inizio, segue il nulla o quasi per poi arrivare ad un finale che sembra un breve necrologio di un giornale di provincia. Insomma di Mr. Gwyn si può dire che è un libro che non lascia traccia alcuna o ne lascia molto poche, appena accennate, e al di là di una certa piacevolezza estetica e di un'idea geniale che poi male viene applicata, i personaggi rimangono accennati, ricchi di una grande potenziale narrativo, ma rimangono sfumati. Chapeau, invece per il personaggio dell'artigiano delle lampadine. Decisamente il più riuscito.
Anche il colpo di scena a tre quarti del libro risulta facilmente intuibile e diventa un po' banale e scontato. Insomma “potevo essere grande” e invece “sono rimasto piccolino”. Se siete alle prime armi con Baricco, consiglio di iniziare da altri libri, se siete sui fans e non avvertite il fastidio di essere paraculati, buona lettura.