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Young Pip Tyler doesn't know who she is. She knows that her real name is Purity, that she's saddled with $130,000 in student debt, that she's squatting with anarchists in Oakland, and that her relationship with her mother -- her only family -- is hazardous. But she doesn't have a clue who her father is, why her mother chose to live as a recluse with an invented name, or how she'll ever have a normal life. Enter the Germans. A glancing encounter with a German peace activist leads Pip to an internship in South America with The Sunlight Project, an organization that traffics in all the secrets of the world -- including, Pip hopes, the secret of her origins. TSP is the brainchild of Andreas Wolf, a charismatic provocateur who rose to fame in the chaos following the fall of the Berlin Wall. Now on the lam in Bolivia, Andreas is drawn to Pip for reasons she doesn't understand, and the intensity of her response to him upends her conventional ideas of right and wrong.
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4.5 stars, it would have been 5, but Andreas' part didn't really grab me.
Di libri di cui vorremo scrivere solo “è bellissimo, fidatevi, leggetelo”.
Come spesso accade nei romanzi di Franzen, il perno attorno al quale ruota tutta la narrazione sono le relazioni -soprattutto quelle familiari, ancor meglio se pervase da un grado di patologia che farebbe invidia a un ospedale psichiatrico. Qui, tra tantissime cose, mi sembra particolarmente importante il tema dell'identità e del confine tra Io e Altro.
Abbiamo cinque protagonisti -Purity (detta Pip), Andreas, Tom, Anabel e Leila- che conosciamo man mano grazie a lunghi capitoli e un sapiente uso di flashback; le loro vite si intrecciano e intersecano quelle di molti altri personaggi, creando un romanzo complesso, stratificato e che tocca tanti temi collaterali a quello principale (come la pervasività di Internet nelle nostre vite, il giornalismo nell'era digitale, l'antinuclearismo, il concetto di verità contrapposto a quello di segretezza, il potere all'interno delle relazioni, ecc.) trattati in modo lucido e brillante.
Tornando ai personaggi, tutti mi hanno fatto girare i cosiddetti, nonostante ciò, non ce n'è uno al quale io non mi sia affezionata proprio perché estremi, imperfetti, disturbati, pieni di difetti e questioni irrisolte (forse, il mio guardare al disagio umano con tenerezza e bisogno di comprendere -anche quando la reazione più “normale” sarebbe di fuggire a gambe levate- è frutto di esperienze personali e anni di studio).
Probabilmente, da questo mio commento confuso non avete capito nulla, forse al posto di incuriosire vi ho spaventati... io, però, avevo detto che avrei voluto scrivere solo “AMICI FIDATEVI, È BELLISSIMO, LEGGETELO!”.