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La lezione di vita di un medico che si è trovato ad affrontare in prima persona la malattia. A 36 anni, appena conclusa la scuola di specializzazione in neurochirurgia e con una brillante carriera davanti a sé, Paul Kalanithi scopre di avere un cancro ai polmoni in stato avanzato. Improvvisamente, da medico che si prende cura degli altri, Paul si ritrova, in una posizione diametralmente opposta, a lottare per la propria vita. Il futuro che lui e sua moglie avevano immaginato insieme evapora in un istante. Questo struggente memoir è la cronaca della trasformazione di Kalanithi da giovane studente di medicina, alla continua ricerca di cosa renda una vita piena di significato, a neurochirurgo di Stanford che si occupa di cervello, a paziente che deve affrontare una malattia mortale. Cosa rende la vita degna di essere vissuta quando ci si confronta con la morte? Cosa fare quando il futuro davanti a noi si appiattisce in un eterno presente? Cosa significa avere un figlio, nutrire una nuova esistenza mentre la propria svanisce? Sono solo alcune delle domande che Kalanithi si pone in questo memoir intenso e di grande scrittura. Paul è scomparso il 15 marzo 2015 mentre stava lavorando a questo libro, ma le sue parole sopravvivono: una riflessione indimenticabile sulle sfide che la morte ci obbliga ad affrontare e sulla relazione tra medico e paziente, da un brillante scrittore che è stato entrambe le cose.
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“Quando il respiro si fa aria. Un medico, la sua malattia e il vero significato della vita”, in originale “ When Breath Becomes Air” è un romanzo di memorie di Paul Kalanithi del 2016. E' stato in vetta alle classifiche saggistiche per molte settimane negli Stati Uniti e ha riscosso molto successo in tutti i paesi in cui è stato pubblicato.
Paul Kalanithi è nato il 1° aprile 1977 e viveva a Westchester, New York . Era nato in una famiglia cattolica proveniente dallo stato meridionale indiano del Tamil Nadu, in India. Kalanithi ha frequentato la Stanford University , dove si è laureato con un “Bachelor of Arts” e un “Master of Arts” in letteratura inglese e un Corso di laurea in Biologia Umana nel 2000. Dopo Stanford, ha frequentato l'Università di Cambridge, dove si è laureato con un “Master of Arts” in Storia e filosofia della Scienza e Medicina. Anche se inizialmente ha considerato l'idea di perseguire un dottorato di ricerca in letteratura inglese, Kalanithi ha frequentato la “Yale School of Medicine”, dove si è laureato nel 2007 con lode. A Yale, Kalanithi incontra Lucy Goddard, che sarebbe diventata la sua futura moglie. Dopo la laurea in medicina, Kalanithi torna a Stanford per completare la sua formazione in neurochirurgia e una borsa di studio post-dottorato in neuroscienze presso la Stanford University School of Medicine. Nel maggio 2013, gli viene diagnosticato un cancro ai polmoni. Paul è morto all'età di 37 anni, nel mese di marzo del 2015. Questo libro sono le sue memorie, con l'epilogo scritto da sua moglie Lucy.
Un malato che è stato prima un dottore, un medico che si trasforma a 36 anni in paziente, chi indossa il camice bianco e cerca di salvare più vite umane possibile e cerca di arrivare con le parole là dove non si può arrivare con il bisturi, si ritrova ad indossare il camice verde, ad essere curato, sostenuto e consolato per affrontare una malattia senza scampo. Chi dovrebbe leggere questo libro? Tutti, nessuno escluso dovrebbe leggerlo. Ma per primi dovrebbero essere proprio i medici per capire cosa si prova ad essere dalla parte sbagliata del bisturi. Questo libro si interroga sul rapporto con la morte, e quindi con la vita.
Paul, da sempre, si interroga sul significato della vita, sul destino che accomuna ogni organismo vivente che nasce, cresce e muore, cercando disperatamente di scoprire il punto di intersezione tra la biologia, l'etica, la letteratura e la filosofia. Come dire a chi sta morendo che sta morendo e come essere davvero certi di poterlo dire, perché la vita scappa dalle previsioni e dalle statistiche. Utilizzando la scrittura per comunicare, riesce ad aprire, senza autocommiserazione, una vera breccia profonda in chi legge le sue parole apportatrici di grandi e fondamentali spunti di riflessione sulla natura dell'uomo e il suo ciclo vitale.
L'amore, il lavoro, il matrimonio, la semplice vita coniugale: bella e difficile, come quella di chiunque. La vita in generale, e poi inesorabile la malattia e la morte, quella fisica per Paul, quella sentimentale e spirituale per la sua famiglia, ma con la speranza di una vita nuova lasciata in eredità nella sua piccola bimba Cady, voluta e cercata quando era già malato, per dare continuità alla sua vita.
Non è un libro facile. Bisogna sceglierlo con consapevolezza. Occorre ponderatezza per avvicinarsi a questa delicata e sofferta storia. Si legge piano e con rispetto, affianco a un uomo che aveva scelto la missione di medico chirurgo. L'entusiasmo, la dedizione, la fatica, il progetto umano e professionale, lasciano spazio alla malattia, alla sofferenza e alla morte. Morire a trentasette anni.
Quello che se ne ricava, oltre a conoscere in maniera postuma una persona eccezionale, è l'insegnamento a non esitare: se hai qualcosa di importante da dire a qualcuno fallo e non rinviare; se hai qualcosa importante da fare: metti a fuoco, trova il coraggio. Decidi.
Non angustiarti e dolerti di ciò che non sia davvero essenziale intorno a te.
Perchè ancora una volta la vita non ti aspetta. Vivila, ora.