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L'Inghilterra della rivoluzione industriale vede muoversi immense fortune a seconda di chi controlla il carbone. Ed è proprio il carbone a scatenare le passioni malevole della potente famiglia Jamisson, che trova però sulla sua strada la nobiltà d'animo e il coraggio del giovane McAsh, un minatore che ha deciso di spezzare le catene della schiavitù. Annotation Supplied by Informazioni Editoriali
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Un luogo chiamato libertà, in originale “A Place Called Freedom” è un romanzo del 1995 di Ken Follett ambientato tra l'Inghilterra e l'America durante il XVIII secolo, periodo denso di avvenimenti storico-economico-sociali. Alcuni dei libri di Follett hanno raggiunto la prima posizione del New York Times, tra cui “Triplo”, “Il Codice Rebecca”, “Un letto di leoni”... Due dei suoi romanzi, “I pilastri della terra” e “La cruna dell'ago”, sono stati inseriti nella lista dei 101 best-seller più venduti di tutti i tempi. Ha venduto più di 150 milioni di copie nel mondo, ed è uno dei più ricchi e famosi giallisti britannici della storia, dopo autori come Ian Fleming e Agatha Christie.
La trama del romanzo si può così riassumere: ambientato nel 1767, narra le avventure di un giovane minatore idealista dalla Scozia che crede che ci deve essere altro nella vita oltre a lavorare nelle miniere. Il minatore, Mack McAsh, ormai stanco e insoddisfatto della sua vita fuggirà, al fine di trovare un lavoro e una nuova vita a Londra. Alla fine McAsh diventa un leader tra le classi lavoratrici della città e diventa un bersaglio per quei gruppi di interesse che non condividono il suo punto di vista. McAsh viene incastrato per un crimine che non ha commesso e inviato ai lavori forzati per sette anni nella colonia inglese della Virginia , dove sarà costretto ancora una volta a crearsi una nuova vita. Sul tortuoso cammino troverà l'appoggio silenzioso di una ragazza aristocratica, Lizzie Hallim.
Il bravo Ken Follett fa quello che gli riesce meglio anche in questo libro: si documenta e analizza in modo preciso e documentato l'Inghilterra del 1700 e soprattutto l'enorme disparità sociale tra i vari strati della popolazione che nei secoli seguenti si ridurrà sensibilmente aiutata in maniera decisiva dalla rivoluzione industriale e dallo sviluppo tecnologico.
Il romanzo si occupa inizialmente della forma di servitù per i minatori nel 18° secolo che decretava che una volta che un minatore ha iniziato a lavorare in una miniera di carbone era legato alla miniera per il resto della sua vita. A Londra invece l'autore ci descrive il malcontento del 1768 che alla fine ha portato a rivolte e disordini in tutta la città. Poi ci si focalizza sulla pratica di punire i condannati per vari crimini condannandoli ai lavori forzati nelle colonie penali inglesi che è stata spesso vista come una valida alternativa alla pena di morte in quel periodo.
Personalmente questo romanzo non è tra i miei preferiti di questo autore sebbene le tematiche sono molte e tutte interessanti: i diritti dei lavoratori, l'uguaglianza tra i sessi e la pena di morte, tuttavia, la forma romanzata sembra anche troppo romanzata, e anche se lo stile semplice e scorrevole permette una lettura veloce, sembra che il ritmo a volte perda consistenza e il lettore sia introdotto in una lettura in cui le dite sfogliano automaticamente le pagine senza che la mente sia collegata. In più, molte volte sembra di leggere la sceneggiatura di una soap-opera.
Sicuramente ha scritto di meglio. Un Follett un po' sottotono.