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Ellroy rimane sempre un grande scrittore, forse uno dei migliori contemporanei. Ho amato tantissimo la tetralogia di Los Angeles e lo stile crudo, asciutto, dirompente è lo stesso di questo “American Tabloid”. Quello che ha fatto precipitare il mio voto personale e dunque il mio indice di gradimento è la storia, non la storia dei personaggi principali, tipici di Ellroy, ma le vicende americane che ne fanno da sottofondo.
Probabilmente la colpa è mia perchè non amante della storia contemporanea, anche se leggo molti saggi storici ma di epoche passate, ho trovato davvero noioso il tutto; il fatto che forse più infastidisce è probabilmente legato al discorso che gli Americani credono di aver avuto una grande storia. Non rendendosi conto che mentre noi costruivamo cattedrali, re e imperatori per primi erano maestri di sotterfugi, ricatti e strategie, loro erano nelle praterie a rincorrere bisonti.
Ma questo è un mio fastidio del tutto personale.
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