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18/20 booksRead 20 books by Dec 30, 2024. You were 2 books away from reaching your goals!
L'idea alla base del romanzo è geniale, ma lo sviluppo della storia difetta in molte parti: a volte, eccessivamente, il libro si rivela lento, macchinoso, con trovate un po' al limite e l'idea che il lettore se ne fa arrivato alla fine è di aver fatto una piccola indigestione. Troppi, davvero a dismisura gli argomenti dati in pasto nella storia.
I giudizi da me letti erano molto positivi e visto anche le premiazioni Hugo e Nebula, è stato un incentivo a cominciarne la lettura, peccato che giunto all'ultima pagina, se dovessi mettere su una bilancia (come nel libro) l'anima di questa storia, dovrei dare tutto in pasto al Dio egizio dei morti. Troppe le parti noiose e inconcludenti.
Il personaggio principale è un po' troppo stereotipato e risalta troppo il background dell'autore che pesca a piene mani dai fumetti, in contrapposizione i personaggi comprimari sono troppi e rendono il percorso narrativo troppo pesante, soprattutto nelle digressioni continue ai riti degli Dei nei tempi antichi per lo più mal raccontati, che non alleggeriscono certamente l'intreccio narrativo e potevano essere saltati del tutto senza per questo pregiudicarne la comprensione.
Ripeto l'idea di fondo è originale: uno scontro tra miti e dei del passato contro i miti moderni; quest'ultimi secondo me rispetto ai primi solo abbozzati e non ben definiti all'interno della storia. Gli dei del passato, in un pot-pourri di divinità d'ogni tempo e d'ogni mitologia, vivono semidimenticati nel mondo d'oggi, sbarcando il lunario come poveri reietti della società. Arriverà una guerra finale tra le due contrapposizioni e il personaggio principale farà da ago della bilancia.
Ma tutto ciò a mio avviso non basta a rendere la lettura piacevole, troppo spesso si scivola in un turbinio di caos, mischiando troppi generi: comedy, fantasy, mitologia, horror, noir, che invece di divertire, confondono e alla lunga stancano.
Due stelle per l'idea e nulla più.
Libro di fantascienza o se vogliamo un thriller biologico che tratta di una pandemia (molto attuale anche oggi) targato 1969, uno dei suoi primi lavori, Crichton come al solito presenta la sua storia su delle ottime basi scientifiche. Il punto più coinvolgente delle opere di Crichton è proprio quello di fare della scienza il protagonista principale di una storia. Infatti i suoi romanzi sono accompagnati da un'ampia bibliografia, come tutti i saggi fanno.
Un satellite fa rientro nell'atmosfera terrestre e precipita in un paesino degli stati uniti, Piedemont, tutta la popolazione che conta una cinquantina di abitanti, viene misteriosamente uccisa in pochi minuti; subito parte una task force di scienziati con lo scopo di indagare sulle cause di questa epidemia in una struttura governativa segreta. L'intera narrazione si svolge all'interno di questa struttura e seguirà il lavoro di quattro scienziati: biologi, fisici e due medici. Cos'è il microrganismo che ha causato la morte di tutti gli abitanti di quel paese in quei brevi istanti? Come si trasmette? E soprattutto come evitare che la popolazione mondiale lo contragga?
Il punto forte è la scelta dell'autore di presentare il romanzo come se fosse un reportage di qualcosa realmente accaduto, inclusi i ringraziamenti all'inizio, l'aspetto debole è che anche se il libro si lascia leggere abbastanza velocemente, risente però in alcune parti di una eccessiva lentezza e qualche punto morto durante il suo svolgimento, ma è il finale che lascia veramente a desiderare, sembra quasi una chiusura Kinghiana.
E' una buona storia ma diciamo che non è mai travolgente e la tensione che si accumula nella lettura si disperde velocemente, soprattutto arrivati al pessimo finale.
Consigliato, per quanto mi riguarda, ai soli fans dell'autore.
Veramente ottimo questo thriller che arriva dalla Svezia. Personaggi costruiti ottimamente e anche la storia è complessa quanto basta per tenere incollato il lettore dalla prima all'ultima pagina. Siamo di fronte ad un delitto che rientra tranquillamente nella definizione di “delitti della camera chiusa” ma esteso ad un isoletta svedese. Si vede che l'autore è stato un giornalista “d'assalto” che faceva reportage scomodi nella società attuale, infatti il libro è pregno di riferimenti economici e sociali che a volte rallentano un poco la lettura con riferimenti prettamente legati alla società della Svezia. Tutto sommato il libro, scorre, scorre veloce grazie all'abile costruzione dei personaggi che girano all'interno della trama e a quella giusta ambiguità che ti porta verso una strada e alla fine ti fa tornare indietro per svelarti il finale inaspettato. Questo è il primo di una trilogia con protagonisti gli stessi personaggi in tutte le storie; sicuramente comprerò i prossimi, perchè questo primo mi è piaciuto davvero tanto.
Ho appena finito di digerire, anzi forse è meglio dire metabolizzare, il tomo da 600 pagine, il libro più lungo che Dan Brown ha scritto fino adesso.
Il primo impatto è: bello, mi è piaciuto. Devo dire che mi è anche più garbato del Codice e sicuramente più di Angeli e Demoni, che secondo me non era proprio un degno seguito del Codice. Se andiamo a guardare devo dire che Dan Brown sta migliorando scrivendo, invece che peggiorando come molti scrittori alle prese con lo stesso personaggio in più libri. Non so quanto questo sia dovuto al team che probabilmente ora collabora con lui e lo supporta nelle ricerche e nelle scritture. Ma sinceramente poco importa se il risultato è un bel thriller pieno di simbologia mistica e occulta che ti invoglia a proseguire con la lettura e cosa forse più importante a “cerchicchiare” qua e la su Google, immagini, dipinti, storie. Perchè forse questo è la cosa che mi ha sempre più affascinato dei libri di Brown, la voglia che mi mette addosso di cercare un luogo dove si svolge la parte di una trama, un riferimento misterioso o un quadro citato.
Devo anche dire che sono rimasto piacevolmente colpito anche dal fatto che molti passaggi di questo libro siano sconfinati in un noir più che un thriller e qualche spezzone mi ha ricordato in qualche modo anche la serie cinematografica di Saw.
Certo il dipanarsi della storia è sempre stata uguale nei tre libri con al centro la figura del professore Robert Langdon, mistero da risolvere, personaggio malvagio, ambientazione avventurosa e molta, tanta simbologia. Come già ho detto per il Codice in passato, credo che questa sia da leggere non come un compendio di sapere (anche se può esserci effettivamente qualche spunto su cui riflettere) ma semplicemente come un buon thriller a sfondo simbolico mistico. Mi piace il personaggio di Langdon, mi piace la simbologia che trovo in questi libri, mi piace lo stile di scrittura non tra i più raffinati, ma non è che stiamo cercando di leggere Proust e mi piace la curiosità che suscitano in me questi libri.
E' un mix coinvolgente come un buon cocktail che non si può certo dire che non sia stato sapientemente mescolato. Aspetterò anche il film, sicuramente già in fase di “produzione”.
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