La nuova frontiera della psichiatria evoluzionistica
«Quei potenti sentimenti che riempiono la nostra giornata, che ci fanno agire in un modo o in un altro, sono i guardiani della vita e questo meraviglioso libro li spiega uno a uno. Randolph Nesse ce l’ha fatta di nuovo.» Michael S. Gazzaniga, University of California, autore di La coscienza è un istinto. Il legame misterioso tra il cervello e la mente «Come siamo finiti a pensare che ogni singolo sistema del nostro corpo abbia una funzione che è stata scolpita dalla selezione naturale, mentre i sistemi mentali no? Com’è che la salute fisica e quella mentale si sono differenziate così tanto? Randolph Nesse, in questo libro molto leggibile, spiega che i “sintomi” in psichiatria devono essere visti nel loro contesto evolutivo e che, ad esempio, ansia e depressione hanno la loro funzione, proprio come l’infiammazione, la coagulazione sanguigna o la tosse. Nesse è un pioniere della psichiatria evoluzionistica, un’idea che ha il potenziale per rivoluzionare la cura mentale. » Simon Baron Cohen, Cambridge University, autore di La scienza del male. L’empatia e le origini della crudeltà Come ogni essere vivente, anche noi umani siamo sottoposti a una continua e capillare selezione darwiniana da parte dell’ambiente in ogni nostra più piccola caratteristica. Tutto ciò che abbiamo di svantaggioso ci penalizza, e alla lunga viene eliminato dalla popolazione; tutto ciò che ci avvantaggia viene rafforzato e si diffonde. Una malattia è quanto di meno vantaggioso si possa pensare: e allora come ha fatto a sfuggire al radar della selezione per milioni di anni? Perché le malattie non si estinguono? Vista da questa angolazione, una malattia non è più un’«anomalia» da curare per ristabilire la «normalità». Evidentemente ci sono ragioni evolutive che possono spiegare la sua insorgenza, e che, una volta comprese, potrebbero indicare strategie terapeutiche alternative ed efficaci. Dopo aver scritto, negli anni novanta con George C. Williams, Perché ci ammaliamo, il libro fondante della medicina evoluzionistica, ora con un’enorme esperienza alle spalle, Nesse applica qui questa sua idea alle malattie psichiatriche – il suo campo specialistico – con risultati sorprendenti. L’ansia, ad esempio, non è uno stato «patologico» della mente. La selezione darwiniana l’ha mantenuta nel lungo corso dell’evoluzione umana, perché in realtà è la risposta più «adatta» di fronte ai pericoli. Ha letteralmente salvato la vita ai nostri antenati, che quindi ce l’hanno lasciata in eredità come un dono prezioso. Ma l’ambiente moderno genera grandi quantità di falsi allarmi, questo è il problema. Non si tratta quindi di «guarire» dall'ansia, ma piuttosto di tenere sotto controllo una risposta che di per sé è necessaria, ma che nel nostro mondo industrializzato talvolta funziona troppo bene. Altri disturbi mentali tipici del mondo contemporaneo, dalla dipendenza all'anoressia, sono il risultato di una mancata corrispondenza tra l’ambiente moderno e il nostro passato evolutivo. Ci sono anche buone ragioni evolutive per spiegare i disordini sessuali o la schizofrenia. Prese tutte insieme, queste intuizioni possono aiutare a spiegare la sofferenza umana, mostrando nel contempo nuove vie per attenuarla, analizzando gli individui come individui, caso per caso, e non come portatori di patologie.
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