“Avremo sempre Parigi,” dice Humphrey Bogart a Ingrid Bergman in "Casablanca". È il fascino della capitale francese, con il suo eterno romanticismo. Ma essere all’altezza del mito non è facile. È ciò che imparano, loro malgrado, Guillaume – guida turistica professionista e aspirante scrittore – e gli altri impiegati dell’agenzia di viaggi “I love Paris”, sull’orlo del fallimento. Il motivo? La sindrome di Parigi, una sorta di depressione che colpisce i turisti stranieri quando si accorgono che la città che avevano tanto idealizzato non corrisponde alle loro aspettative. A tenere alto l’umore solo un gruppo ristretto di amici, tra cui la ribelle ed eccentrica Edie. Quando la ragazza annuncia di volersi trasferire a New York, a Guillaume crolla il mondo addosso. Perché, dopo anni di innocente complicità, scopre di non poter vivere senza di lei, e non per questioni di amicizia. Ignara di tutto, Edie decide di tentare un’estrema mossa per salvare “I love Paris” prima della partenza: convincere una celebre blogger giapponese che Parigi ha davvero un cuore magico e pulsante, mettendo in scena per lei una vera e propria "Vie en rose". E, per romanzare la realtà, quale complice migliore di Guillaume, l’aspirante scrittore? Mentre l’impavido manipolo di amici trasforma la città in un teatro a cielo aperto, Guillaume scoprirà che, così come un vecchio amico può ancora sorprenderci, anche Parigi ha sempre qualche asso nella manica. E tra catastrofi ed epifanie, separazioni e ricongiungimenti, troverà infine ciò che tanti hanno solo sognato: il cuore di Parigi.
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