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Il tiranno dei mondi, in originale “The Stars, Like Dust” è un romanzo di fantascienza del 1951 di Isaac Asimov. Il romanzo segna il decollo dell'autore nella narrativa fantascientifica di grande portata. La sua collocazione cronologica all'interno del ciclo dell'Impero è a tutt'oggi difficile da stabilire. I fatti di questo libro sono indubbiamente precedenti a “Le correnti dello spazio” e a “Paria dei cieli”, ma come Asimov stesso stabilisce nella prefazione di Preludio alla Fondazione, Il tiranno dei mondi dovrebbe essere il secondo, nell'ordine di successione interna del ciclo.
Piccola parentesi sul titolo originale: “The stars, like dust”, molto azzeccato e poetico, mi pare molto meglio che “Il tiranno dei mondi”, il quale probabilmente è solo un gioco di parole per riferirsi al pianeta Tyrann, che alla fine non ha poi tutta questa importanza. Il riferimento al titolo originale nel testo è l'incipit di una poesia composta da Biron Farill in occasione del suo primo volo spaziale.
Il “Ciclo dell'Impero” è una passaggio obbligato tra i meravigliosi “Ciclo dei Robot” e “Ciclo della Fondazione”. I tre libri sono episodi isolati rispetto a cosa sta succedendo o meglio dovrebbe succedere nell'intera galassia e infatti nelle intenzioni di Asimov c'era l'idea di scrivere altri libri per cercare di unire meglio questo ciclo (scritto tanti anni fa) agli altri due.
La trama è presto scritta: Biron Farill è uno studente che sta completando i propri studi universitari sulla Terra, ma soprattutto è il figlio del Governatore di Widemos, l'uomo più influente del pianeta Nephelos, facente parte dei cosiddetti Regni Nebulari (tra i quali vi sono anche quelli citati successivamente). In seguito ad un attentato a suo danno e all'esecuzione di suo padre, considerato un ribelle agli occhi dei Tirannici, molla tutto e, dietro consiglio di Sander Jonti, si reca sul pianeta Rhodia, uno dei più potenti mondi dei Regni Nebulari, per chiedere al governatore Hinrik di aiutarlo nella successione al governo di Widemos, in quanto questi ha una seppur minima influenza sui Tirannici. Ad aspettarlo vi sono i Tirannici, rappresentati dal commissario Aratap, i quali sono intenzionati ad arrestarlo per cospirazione. Alla “corte” di Hinrik fa la conoscenza della figlia Artemisia e del di lei zio Gillbret, con i quali fuggirà dal pianeta alla volta di Lingane, dove Gillbret ritiene possa trovarsi la principale cellula di resistenza contro i Tirannici.
Come sempre per i romanzi di Asimov, la trama è scorrevole ed è semplice da leggere. I tre romanzi del ciclo dell'impero non sono lunghi, anzi peccano un po' di brevità, anche se mantengono la rigorosità caratteristica di Asimov nel caratterizzare luoghi e tecnologie, che rendono le vicende narrate più che verosimili.
Siamo di fronte, per dirla in breve all'ennesimo parto di una mente geniale: io sono di parte, va bene, ma per me Asimov è il mio Buon Dottore, è la fatta persona della fantascienza, rappresenta tutte le mie letture giovanili di occhi divoratori di storie spaziali. Come tutti i romanzi di questo autore, ed in particolare quelli dei tre cicli - Robot, Impero e Fondazione -, e' assolutamente scorrevole, con una trama degna dei migliori gialli e la giusta dose di azione, come contorno, la solita splendida caratterizzazione dei personaggi e dei mondi in cui si svolge la storia. Nessuno come Isaac Asimov sa darvi concretamente il senso dell'infinità dell'universo e dei mondi, delle storie, delle civiltà, delle razze, che pullulano nell'universo.
Malgrado tutto questo ai tre libri del ciclo dell'impero lascio tre stelline, perché a confronto della serie dei Robot e della Fondazione, non posso fare altrimenti. In sostanza, un buon romanzo che è diventato un classico della fantascienza, lo consiglio assieme almeno alle altre storie scritte da Isaac Asimov che fanno parte del ciclo dell'impero e della fondazione.