■ Una vita ■ Senilità ■ La coscienza di Zeno “Una vita” è il primo romanzo pubblicato dall’autore, nel 1892. Il giovane intellettuale Alfonso Nitti ha velleità letterarie e lascia il paese natale per trasferirsi a Trieste. Impiegatosi qui in una banca, diviene ben presto insofferente all’ufficio, scoprendo che non gli è per niente congeniale. In casa di un banchiere fa la conoscenza di Annetta, la figlia dell’uomo, intraprende con la ragazza una relazione ma, quando si ritrova sul punto di sposarla, la pianta in asso, fugge per ritornare al paese e ricominciare una nuova vita. Annetta, con il tempo, si fidanza di nuovo, e questo, inaspettatamente per Alfonso, genera in lui un’ardente gelosia e un desiderio di rivalsa; ritorna così a Trieste, riprende il lavoro e cerca di riallacciare anche i rapporti con la famiglia del banchiere che all’inizio lo aveva accolto. Tuttavia, le cose non vanno per il verso giusto. Deciso ad appianare le cose, Alfonso finisce addirittura per peggiorarle. Falliti tutti i suoi propositi, alla fine non potrà che votarsi all’atto irreparabile… “Senilità”, secondo romanzo di Svevo, pubblicato a Trieste nel 1898, mette in scena Emilio Brentani, un uomo inetto, perennemente indeciso e tentennante, il quale, pur volendo abbandonarsi al piacere e godersi la vita, riesce soltanto a cumulare rimorsi e ad inanellare rimpianti. La sua irresolutezza lo porta pertanto a vivere di ricordi, a rimuginare costantemente e a rodersi per le occasioni perdute, e ciò consente a Svevo di rappresentare plasticamente l’incapacità del protagonista nel gestire la propria vita, il torpore esistenziale, la medietà che, spesso, sfocia nella mediocrità, la mancanza di iniziativa e di coraggio, e dunque la consapevolezza del proprio malessere spirituale, con la conseguente sofferenza che deriva dall’impotenza nel combatterlo. “La coscienza di Zeno” è stato definito un romanzo psicoanalitico. Venne pubblicato a Bologna, nel 1923. Reputata l’opera più riuscita dell’autore, è sostanzialmente l’analisi della psiche di Zeno Cosini, un individuo che si sente malato ed inetto, e va alla costante ricerca di una cura che possa guarire il suo malessere, spesso anche facendo ricorso ad espedienti controproducenti, se non proprio bizzarri. Il Dottor S., uno psicanalista, o presunto tale, rende noto sin dall’inizio della storia di voler pubblicare “per vendetta” alcune memorie, redatte in forma autobiografica da Zeno, che è stato un suo paziente, ma che si è sottratto alla cura che gli era stata prescritta.
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