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Molte volte capita che prendi in mano un libro e sai più o meno cosa aspettarti, per lo meno credi di averne intuito il genere, in alcuni casi invece, come questo, ti ritrovi a leggere tutt'altro da quello che ti eri immaginato e allora puoi o rimanerne deluso oppure contento. Colpa delle quarte di copertina che non sempre rispecchiano fedelmente il contenuto della storia?
In questo caso ne rimango deluso, perchè pensando di aver preso in mano un giallo mi sono ritrovato a leggere per metà libro un elogio al gioco degli scacchi (che per carità non disdegno in quanto giocatore) e per la parte finale ad uno scorcio su di una realtà storica nefasta (non descrivo più di questo per non togliere sorpresa al lettore).
Di per sè non posso affatto dire che il libro non sia frutto di una buona idea o che sia scritto male, tutt'altro a dire la verità, ma mi è rimasta quella “defenestrazione” di essermi ritrovato al leggere un libro che parte con un “assassinio” e finisce in maniera completamente diversa. In ogni caso comunque la parte iniziale e centrale del libro secondo me è troppo incentrata non tanto sulle regole degli scacchi ma sull'amore incondizionato che l'auotre sembra possedere per essi.
Diciamo che di buono ha un'ottima tecnica narrativa, e uno stile accattivante. L'idea poi della rivalità tra un ex nazista e un ebreo è quanto di più ovvio si potesse immaginare.
Al contrario degli altri pareri fin qui letti, non posso esprimermi positivamente su questa storia.