Gendry-Kim, Keum Suk affronta uno dei temi più dolorosi, per una narratrice coreana: la separazione, negli anni Cinquanta, del suo paese in due entità contrapposte, divise dal confine invisibile, ma armato, del trentottesimo parallelo. Attingendo alla storia della sua famiglia, ma in un impianto narrativo di finzione, racconta di come una madre abbia atteso di rivedere il figlio per oltre sessant’anni, e del dolore lacerante del non sapere dove siano finiti, se siano ancora vivi, cosa le abbia portato via gli affetti più cari. In un paradossale contrasto tra presente e passato, il senso della perdita stordisce il lettore con la forza della verità del cuore, e cioè che chi abbiamo perduto senza motivo lascia in noi un dolore senza fine.
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