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L'ombra è un romanzo di Roger Hobbs del 2013, autore statunitense di ventidue anni esordiente, e possiamo solo sperare che non dia seguito a questa storia, o a qualsiasi altra storia per la verità.
La trama è questa: una rapina a mano armata a un casinò di Atlantic City finisce in un bagno di sangue, con uno dei rapinatori ferito e in fuga, all'uomo che ha organizzato il colpo non rimane che rivolgersi a Jack Delton, che dovrebbe essere quello che nel gergo si definisce un'“ombra”: un uomo senza identità, che ripulisce le scene dei crimini senza lasciare la minima traccia di sé. Un mestiere da autentici professionisti, spesso rischioso.
Le premesse sono ottime, le idee sviluppate che ne seguono, molto meno. La trama si rivela sfilacciata, i protagonisti sono ridicoli, macchiette di tutti quegli stereotipi che ci sono negli action-thriller come questi, solo che ne sono davvero la brutta, bruttissima copia. Siamo lontanissimi dai primi libri di Lee Child, con il suo “Jack Reacher”, per citarne uno dei migliori.
Il protagonista ha alle spalle un'esperienza decennale da “ombra”, che dovrebbe essere una specie di Rambo/James Bond/Jason Bourne tutti mescolati insieme ma non si capisce com'è che in questa storia sembra non azzecarne una in fila all'altra e incappa in errori che neanche il primo boy-scout a montare la prima tenda nel bosco, però poi ovviamente ammazza tutti i cattivi (con i dovuti sensi di colpa) e sbroglia la (complicata?) matassa; non parliamo poi di chi l'avrebbe addestrato: una specie di Mata Hari bellissima, intelligentissima, una camaleontessa che sa trasformarsi in ogni situazione cambiando voce e atteggiamenti in un attimo. E va beh, ah ovviamente viene ingroppata dall'ombra/boy-scout. Tralascio la figura del cattivo, che è così cattivo per tutto il libro che vi farà fare la pupù nelle mutande, però poi si farà fregare come un idiota dalla nostra amata ombra.
Insomma, avete capito, state lontani da questa misera storia. Da dimenticare alla svelta.