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Il libro inizia con qualche breve considerazione fisica sulla natura del tempo, per poi perdersi totalmente in uno stentato filosofeggiare sulla natura della realtà tutta.
Non voglio sembrare il tipico giovane che guarda con sufficenza anziani scienziati che si dilettano nel mondo della filosofia ma, da fisico e amante della filosofia, credo sia bene sapere come usare le citazioni filosofiche e i vari autori e filosofi del passato.
Quasi ogni paginetta del libro è zeppa di citazioni sparse su molteplici secoli, da Platone ad Agostino e da vari testi religiosi indiani. Ma, e questo penso sia un grande errore e punto debole di questo libro, nessuna di queste citazioni è contestualizzata. Bisogna ricordare, per quanto si voglia argomentare che il tempo non esista, che gli esseri umani vivo nel tempo in tempi diversi. Perciò, quando si cita un filosofo o uno scritto religioso, bisogna ricordare, per quanto tali citazioni possano sembrare carine e appropriate per i propri scopi, che sono argomentazioni nate da persone che vivevano in un certo periodo storico-sociale. E non credo che l'autore sia ben conscio di ciò e si aspetti che i lettori siano capaci da soli di contestualizzare le citazioni. In primo luogo perché si tratta di un testo di divulgazione scientifica e non rivolto a esperti filosofi e di storia delle religioni e secondo, basta prendere una frase delle tante dal libro per comprendere che l'autore non ha questo in mente:
“nel libro XI delle Confessioni, Agostino si interroga sulla natura del tempo - anche se interrotta da esclamazioni in stile predicatore evangelico che io trovo assai noiose”. Basta questo pezzo per comprendere la gravità del problema ossia l'idea di leggere non un libro di un fisico che spiega cosa ci può dire la fisica sul tempo oggi bensì una serie di pagine di citazioni disconnesse di pensieri del tutto personali e difficilmente condivisibili.