Piacevole scoperta, Harlan Coben, un autore che esordisce bene, ma non sfavilla per quanto mi riguarda. Questa storia è la prima a essere tradotta in Italia e devo dire che il titolo è parecchio azzeccato e accattivante, la copertina invece è abbastanza penosa.
La trama che è un giallo puro, impregnato di colpi di scena dall'inizio alla fine, forse anche un po' troppi per i miei gusti, visto che ad un certo punto sembra quasi di disorientare il lettore; ci narra le vicende di David Beck, un tranquillo medico la cui vita però è stata segnata da un tragico incidente: otto anni prima, durante una romantica gita sul lago con la moglie Elisabeth, viene aggredito sull'uscio di casa. Al suo risveglio la donna è sparita e verrà ritrovata morta sulle sponde del lago. Ora, passati esattamente otto anni David riceve una strana mail che lo invita a ritornare sulla scena del delitto, rivelando particolari che solo Elisabeth avrebbe potuto conoscere, e chiusa da un monito finale “Non dirlo a nessuno!”.
Il meccanismo che sta dietro alla storia e che fa muovere tutti i personaggi scorre senza quasi nessun intoppo e la trama si dimostra brillante, i colpi di scena sono davvero molti e secondo me cade un po' nel finale. Coben scrive combina all'interno del libro l'uso della “prima persona” e l'uso della “terza persona”, introducendo uno stile abbastanza originale ma che a volte confonde un po' il lettore.
Il libro non è lungo abbastanza da annoiare, è asciutto e denso di intrecci e come in tutti i gialli che si rispettano si rimane in sospeso fino alla fine. Gli manca ancora qualcosa, ma giustamente è il libro d'esordio.
Consiglio l'acquisto agli amanti del genere.