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Non avevo mai letto un libro che era un'autobiografia di uno sportivo. Non che ci fosse un motivo particolare, forse, inconsciamente pensavo che uno sportivo non aveva una storia interessante da raccontare, che l'uomo dietro l'atleta aveva poco da dire, probabilmente credevo che uno sciolinare continuo di risultati sportivi mi avrebbe tediato, annoiato a morte.
Open è l'autobiografia di Andre Agassi, pubblicata nel 2011 da Einaudi nella collana “Stile Libero”. Alla stesura ha contribuito in modo sostanziale J. R. Moehringer, giornalista premio Pulitzer. Costretto ad allenarsi fin da quando aveva quattro anni da un padre dispotico ma determinato a farne un campione a qualunque costo, Andre Agassi cresce con un sentimento fortissimo: l'odio smisurato per il tennis. Contemporaneamente però prende piede in lui anche la consapevolezza di possedere un talento eccezionale. Ed è proprio in bilico tra una pulsione verso l'autodistruzione e la ricerca della perfezione che si svolgerà la sua carriera sportiva. Con i capelli ossigenati, l'orecchino e una tenuta più da musicista punk che da tennista, Agassi ha sconvolto l'austero mondo del tennis, raggiungendo una serie di successi mai vista prima.
Il libro è stato inserito da Alessandro Baricco tra le cinquanta migliori letture degli ultimi dieci anni, e Baricco non è il primo che passa per strada.
Quando ho cominciato a leggere la storia di Agassi, dietro consiglio del mio maestro di tennis, è stata una sensazione come quando alzi la pallina per aria e stai per battere un servizio, non sai veramente dove ti può portare quel colpo, se sarà “in” o “out”, se il tuo avversario la respingerà restituendola con forza decuplicata, oppure se sarà un “ace”... decisamente questa lettura è stata un “ace” spettacolare.
Mentre le ore passano, i giorni pure, e le pagine scorrono fino all'ultima, ti rendi conto improvvisamente che sei arrivato a leggere i ringraziamenti, li leggi due volte e ti accorgi che stai cercando di non finirlo, non vuoi che finisca, non posso averlo finito, no. Ed è allora che t'invade la malinconia che si prova “la domenica sera dopo un fine settimana idilliaco.”. Bello, bellissimo, una storia scritta bene e coinvolgente e piena, spessa. Assolutamente ironico e al tempo stesso profondo... ammetto che in certi passaggi mi ha commosso.
Una vita intensa, spettacolare, costellata di amori, successi, tremende cadute e... rinascite. Un testo che si può leggere anche interattivamente: su YouTube sono presenti, in tutto o in parte, tutti gli incontri più importanti descritti nel libro.
Un libro che cattura ed avvince al pari di un thriller ben scritto. Lo consiglio assolutamente anche ai non amanti del tennis e ringrazio profondamente il mio maestro che mi ha consigliato di leggerlo.