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Un buon libro che non delude le aspettative di chi lo compra dalla copertina. Si legge velocemente, a tratti un po' ripetitivo.
L'autore non nasconde il proprio ruolo di CEO in Snam, e, come evidenziato da De Bortoli in prefazione, lancia un messaggio ambientalista che non è privo di interessi.
Snam possiede la rete italiana di trasmissione del metano, un idrocarburo che contribuisce alla produzione di CO2. La crescente centralità dell'energia elettrica e delle sue reti, e la necessità di decarbonizzare spingono Alverà e la società che guida a trovare nuovi scopi ad una infrastruttura che nei prossimi anni rischia di dover essere svalutata in bilancio (stesso problema che ha Tim). Una riconversione della rete Snam ad idrogeno ne preserverebbe l'esercizio in futuro, e quindi anche la sua valutazione.
Questo quadro deve essere tenuto presente durante la lettura del libro, che, pur con qualche inesattezza, rimane ricco di spunti interessanti. Per esempio l'uso dell'idrogeno come batteria “stagionale” che si carica d'estate con le fonti rinnovabili e viene usata d'inverno per il riscaldamento civile, o anche per la mobilità pesante.
Tra i punti più discutibili del libro, l'evoluzione tecnologica delle batterie elettriche è assente dal futuro a idrogeno, dove la tecnologia sponsorizzata dall'autore avrà continui progressi e costi decrescenti.
Il libro è ricco di riferimenti esterni, che dubito che il pubblico generalistà a cui è indirizzato andrà a seguire. Io non l'ho fatto per esempio. Tuttavia per una farsi opinione più oggettiva sul tema preferirei verificare con fonti indipendenti le tesi sostenute nel libro.