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Striscia di cuoio, in originale “The Osterman Weekend” è il secondo romanzo di spionaggio scritto da Robert Ludlum, pubblicato nel 1972. Si tratta di un romanzo che è un mix di suspense, dramma, azione e thriller.
Robert Ludlum, come già detto molte volte nelle mie precedenti recensioni è un maestro indiscusso del genere spy-story, tanto da meritarsi l'appellativo di “Mr. Plot” -signor complotto-. Ha scritto 27 romanzi thriller. Il numero di copie dei suoi libri in stampa è stimato tra 290 milioni e 500 milioni. I suoi libri sono stati pubblicati in 33 lingue e 40 paesi. Ludlum ha anche pubblicato romanzi sotto gli pseudonimi di Jonathan Ryder e Michael Shepherd.
È diventato celebre per la serie di romanzi “The Bourne Identity” ai quali sono stati vagamente ispirati tre film.
La trama di questo romanzo: John Tanner, importante giornalista televisivo, si appresta a organizzare con la moglie il consueto “fine settimana con gli Osterman”, al quale parteciperanno gli amici Cardone e Tremayne di New York e Osterman dalla costa ovest, ciascuno accompagnato dalla rispettiva moglie. Pochi giorni prima della festa, Tanner viene però contattato da Laurence Fassett, agente della CIA, il quale lo costringe a partecipare ad un'operazione per la sicurezza nazionale. L'obiettivo è smantellare la cosiddetta organizzazione Omega, alla quale si sospetta partecipino attivamente almeno uno, se non tutti, gli amici che saranno suoi ospiti nel weekend. La festa avrà luogo, ma la tensione tra i vecchi amici sarà palpabile. John fatica a fare il doppio gioco, mentre i suoi ospiti, già stuzzicati in segreto da Fassett circa i loro conti in banca sospetti in Svizzera, temono che John li voglia inguaiare per invidia della loro ricchezze. John si troverà messo alle strette, pieno di dubbi verso tutti, e deciderà di agire per conto proprio, ignorando le indicazioni degli agenti che lo hanno arruolato. Il finale porterà alla luce una verità sconvolgente.
Credo che questo sia stato il mio primo Ludlum, o comunque uno dei primissimi che lessi. Il suo modo di scrivere mi piacque molto, semplice e diretto, anche se con il senno poi e dopo aver letto praticamente tutto di quello che lui ha scritto si percepisce una certa immaturità nella trama. Ma rimane una storia piacevole, i colpi di scena non sono scontati e il tutto è come sempre nei suoi romanzi, credibile. Certo a rileggerlo ora alcuni dialoghi ed espedienti narrativi appaiano “datati”, ma il ritmo è incalzante, lo stile lineare e scorrevole, anche se un po' acerbo.
Lo consiglio a chi volesse trascorrere qualche ora di tensione e suspance. Anche se, personalmente, se volessi apprezzare da subito l'autore partirei con la Trilogia di Bourne.