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La storia è molto particolare, soprattutto se si pensa che è stata scritta nel lontano 1972, interessanti i contenuti scientifici ma direi che non è esattamente adatto agli amanti dell'azione e dei ritmi sostenuti. Diciamo che si è in costante rullaggio per tutta la pista, ma non si decolla mai.
E' la storia di Harry Benson, un uomo che soffre di attacchi di epilessia convulsivi molto violenti. Riesce, purtroppo a ferire se stesso e pure le persone che lo circondano, le cure psichiatriche non portano a molto: la malattia ha origini fisiche ed è legata ad una lesione celebrale. Decide di sottoporsi ad un'operazione in cui gli verrà impiantato una sorta di bypass celebrale che inibisca i suoi impulsi di rabbia. Da qui il protagonista sarà inibito suo malgrado in una parte del cervello e comincerà a percepirsi come un umano “dimezzato”, una sorta di terminale umano di un deus ex machina al silicio.
Il libro narra dunque di impianti elettronici per il controllo del cervello. Profetico per gli anni settanta, anticipa quella che sarà la miniaturizzazione e l'evolversi delle macchine moderne anche in campo medico.
Crichton è sempre documentato e pronto a farci vedere gli effetti inattesi e negativi dell'avanguardia scientifica. Non ci sono grandi personaggi, che si muovono in una storia con una trama abbastanza lineare e per certi versi, scontata. Diciamo che la protagonista principale è la scienza stessa. A parte le descrizioni mediche, che sono davvero troppe, il libro non offre grandi spunti a livello narrativo.
Molto simile ad “Andromeda”, con un finale oltretutto deludente, non lo consiglierei certo ad un primo lettore ma solo ai fan dell'autore.
Superfluo.