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Prima di leggere questo libro pensavo che quello che provo io per la mia squadra (la Roma), quello che sento ogni volta che vado allo Stadio, il felice momento in cui la palla entra in rete e tu esulti come se tutto dipendesse da quell'attimo, peggio ancora il momento in cui sei fuori da una finale di Coppa, o dai addio ad ogni velleità di prima classifica, si, pensavo che non si potesse scrivere in un libro, che nessuno ci sarebbe mai riuscito.
Poi ho letto Febbre a 90°, non ho trovato nulla di nuovo in quello che dice l'attore, sono tutte sensazioni che ho provato e che provo oggi e proverò per sempre. Ed è proprio questo il bello, ho trovato qualcosa che mi giustifica; giustifica il fatto che sono più triste quando la mia squadra perde il Derby piuttosto che quando muore una zia lontana; giustifica perché sarei disposto a far di tutto pur di poter veder vincere la Coppa dei Campioni alla mia squadra piuttosto che trovare lavoro; giustifica persino perchè una vittoria al 93esimo in rimonta è meglio del sesso. Insomma, giustifica cose che delle persone calcisticamente normali catalogherebbero come frutti di una mente folle.
Invece no, “Febbre a 90°” è la Bibbia del malato calcistico, un must per chi ama il calcio, è un libro da esibire come si esibisce la patente fermati a un posto di blocco. Quando vi chiederanno: “Ma perchè fai tutte queste cose per il calcio? Io non ti capisco” allora potrete dir loro di leggere Hornby.
Di tutti quelli letti fin ora, è il più deludente. Noioso, preparatorio più che altro. Non c'è nessuna grande svolta nella trama, tranne per quello che succede nelle Isole di Ferro!
Scrivendo questo romanzo nel ‘95 Zafon mi ha dato la sensazione di aver fatto le prove generali per il capolavoro insuperabile che è L'Ombra del Vento. Ha tutte le caratteristiche di un romanzo dell'autore spagnolo, il background paradisiaco, un'attenta descrizione del paesaggio, il tipico protagonista “giovane di belle speranze”, e poi una storia che non ti aspetti che nasce dall'immensa fantasia di questo genio della Letteratura. Non è ai livelli de “L'ombra del vento” o de “Il gioco dell'angelo”, ma è pur sempre un gran bel libro.
S'è scritto tantissimo su questo libro, che è arrivato alla ribalta solo dopo l'uscita del film di Steven Spielberg ma in realtà del film ha proprio poco. I personaggi sono quelli, ma le storie tutte diverse, non capisco adesso, a differenza di 10 anni dalla prima volta in cui ho visto il film, perchè Spielberg ha voluto cambiare tutto, o quasi.
Il libro è da leggere, senz'alcuna ombra di dubbio, meglio ancora se si è appassionati di Dinosauri. E' davvero coinvolgente, interessante anche dal punto di vista scientifico, anche se a volte appare noioso, soprattutto con le lunghe digressioni sulla Scienza, la genetica e tutte queste pappardelle del matematico Malcolm. Crichton è davvero un genio. Da approfondire.
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