Ratings716
Average rating4.3
Fiori per Algernon, in originale “Flowers for Algernon” è un racconto di fantascienza del 1959 di Daniel Keyes, vincitore del premio Hugo per il miglior racconto breve nel 1960. Il racconto venne poi ampliato nel 1966 dando vita a un omonimo romanzo che vinse il Premio Nebula. È considerato un classico della letteratura in lingua inglese del XX secolo e uno dei più bei racconti di fantascienza di sempre. Ha avuto numerosi adattamenti, specie per la televisione. Il racconto è stato tradotto in italiano per la prima volta nel 1959 nell'antologia “Le meraviglie del possibile” e il romanzo è stato tradotto nel 1967. Alcuni lettori sostengono che il romanzo non contenga aggiunte veramente interessanti rispetto al racconto, e che, anzi, quest'ultimo sia la versione migliore. L'autore nel 2000 ha ricevuto dalla Science Fiction and Fantasy Writers of America il riconoscimento di Autore Emerito.
La trama di questo bellissimo romanzo: Charlie Gordon è nato con un quoziente intellettivo molto basso e lavora come garzone dai compiti umili in una panetteria. Charlie è cosciente di non essere intelligente quanto gli altri ma sogna di diventarlo, così, quando la sua insegnante alla scuola per adulti ritardati gli parla di un procedimento chirurgico sperimentale per aumentare l'intelligenza, decide di sottoporsi all'intervento. Diventa così la prima cavia umana dell'operazione ideata dai professori Nemor e Strauss, che hanno già triplicato l'intelligenza di un topo di nome Algernon. Charlie diverrà sempre più intelligente, fino a diventare un genio. Durante il romanzo attraverso flashback ci viene presentata la famiglia di Charlie: una madre violenta e ossessionata dalla “diversità” di suo figlio, un padre rassegnato che alla fine lo porta via da casa per sottrarlo alla collera della moglie, una sorella minore che lo detesta perché il fratello ritardato le complica la vita. Nel progredire della storia Charlie si rende conto con dolore che era stato preso in giro per la sua stupidità dai suoi compagni di lavoro, mentre questi, spaventati dal suo misterioso cambiamento, firmano una petizione per farlo licenziare. Ben presto si accorgerà grazie alle sue ricerche e alla sua genialità che il pericolo di regressione allo stato pre-operazione, paventato come molto poco probabile, sarà determinate al fine della storia.
La storia è narrata in prima persona da Charlie nei suoi diari, così che il lettore possa rendersi conto dei cambiamenti che il protagonista attraversa nel corso della vicenda. I primi resoconti sono pieni di errori di grammatica ed esprimono una visione del mondo molto ingenua, via via la grammatica e la comprensione del mondo di Charlie migliorano.
Al di là dell'aspetto fantastico del libro, la narrazione tocca molti temi riguardanti il ruolo dell'intelligenza e della cultura nella vita. Uno dei temi più importanti è la posizione delle persone mentalmente ritardate nella società, il loro inserimento e la discriminazione cui sono soggetti; un altro tema è il ruolo dell'intelligenza nei rapporti tra le persone: il genio allontana dagli altri quanto l'idiozia.
Non è facile giudicare di un romanzo come questo, si tratta di un'opera molto particolare, profonda e affascinante, la storia è serrata e in molte parti commovente e in altre profondamente crudele, non ha mai un calo e mantiene intatto il pathos iniziale, approfondendo e svelando a poco a poco il passato del protagonista umano.
Credo che “Fiori per Algernon” è un romanzo che non dovrebbe mancare in una biblioteca, sia che il proprietario ami la fantascienza sia che non sia così, perchè un libro, per essere un buon libro, non deve solo essere meglio degli altri libri, ma anche di tutte le altre cose che si contendono il nostro tempo libero e questo lo ha catalizzato praticamente tutto.
Alla fine poi ci scappa la lacrima, tenete sotto mano i fazzoletti, io vi ho avvertiti.
PPS. Per favore mettere gentilmente allorquando possibile dei fiori sulla tomba di Algernon dentro il cortile di dietro...