Ratings1
Average rating2
«...È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell'intima bontà dell'uomo che può sempre emergere...»
Dal Diario di Anna Frank
Comincio subito col dire che ho letto tanti libri sulle deportazioni e lo sterminio degli ebrei durante la seconda guerra mondiale, questo è un argomento che ho sempre approfondito: ho visitato il campo di concentramento di Dachau e ho visto la casa di Anna ad Amsterdam, dunque non voglio in alcun modo sminuire quella che è stata la più grande tragedia del novecento dicendo che tra tutti i libri da me letti e le mie conoscenze su questo triste periodo storico, questo è sicuramente il romanzo che mi è piaciuto di meno. Il libro è stato anche oggetto di una riduzione teatrale e di una cinematografica, uscita nel 1959, nonché di un film di animazione nel 1999. Nel 2009 l'UNESCO ha inserito il Diario di Anna Frank nell'Elenco delle Memorie del mondo e il manoscritto originale è conservato nell'Istituto nazionale degli archivi sulla seconda guerra mondiale di Amsterdam.
Il Diario di Anna Frank è la raccolta in volume degli scritti, in forma di diario e in lingua olandese, di Anna Frank (1929-1945), una ragazza ebrea nata a Francoforte e rifugiatasi con la famiglia a Amsterdam, costretta nel 1942 a entrare nella clandestinità insieme alla famiglia per sfuggire alle persecuzioni e ai campi di sterminio nazisti. Il diario che ha scritto durante il periodo trascorso in clandestinità la renderà famosa in tutto il mondo. Per due lunghi anni vivrà insieme ad altri sette compagni in clandestinità nella casa sul retro in Prinsengracht 263 ad Amsterdam; malgrado tutto e non si è mai riusciti ad appurare come, questi clandestini verranno scoperti e deportati nei campi di concentramento.
Dopo essere stata deportata nel settembre 1944 ad Auschwitz, Anna morirà di tifo a Bergen-Belsen, nel febbraio o marzo del 1945. Il padre Otto Frank, sarà l'unico degli otto inquilini a sopravvivere.
Alcuni amici di famiglia che avevano aiutato i clandestini riuscirono a salvare gli appunti scritti da Anna all'interno dell'alloggio segreto, consegnandoli poi al padre, Otto Frank, che ne curò la pubblicazione. La prima edizione a stampa tenne conto sia della prima redazione originale, sia di successive rielaborazioni che Anna stessa stava facendo, auspicando una futura pubblicazione del suo diario; alcune pagine del diario furono omesse, perché ritenute da Otto Frank non rilevanti al pubblico olandese, dalle questioni relative al sesso ai conflitti sotterranei con la madre e gli altri abitanti dell'alloggio, che Anna aveva raccontato senza censure. L'ultima redazione, che è quella che possiamo leggere noi oggi è stata messa a punto dalla Fondazione Anne Frank dopo la morte di Otto e presenta delle integrazioni per permetterci di avere uno sguardo più ampio e completo sulla vicenda.
Dopo un'accoglienza iniziale piuttosto fredda, a mano a mano che il pubblico veniva a conoscenza dei fatti della Shoah, il libro suscitò un vasto interesse ed ebbe svariate traduzioni e pubblicazioni (ad oggi è pubblicato in più di quaranta paesi) e rappresenta un'importante testimonianza delle violenze subite dagli ebrei durante l'occupazione del nazismo.
Nel suo diario Anna Frank parla delle angosce, delle illusioni, dei sogni, della distribuzione del cibo, dei turni in bagno, del cibo che non arriva, delle malattie temute e dello svolgimento della guerra. L'ultima annotazione porta la data del 1° agosto 1944; il 4 agosto l'alloggio segreto verrà scoperto e tutti i suoi abitanti arrestati.
Anna Frank comincia la stesura del suo diario come una tredicenne qualunque: si appresta a raccontare la sua vita in pagine che sono destinate solo a lei stessa. Racconta gli aneddoti quotidiani e le riflessioni di un'adolescente che cerca di mantenere una vita normale nonostante le grandi difficoltà del periodo storico in cui vive. Troviamo i turbamenti e i divertimenti della prima giovinezza, i flirt, lo studio, i pomeriggi con gli amici ma anche i divieti imposti dal regime nazista e la costante minaccia di essere arrestati per il solo fatto di essere ebrei. Poi la segregazione, la vita rinchiusa.
Ora io credo che questo sia un documento storico di enorme valore e come tale fin qui ne ho scritto, una testimonianza che rimarrà come studio per le generazioni a venire per avere uno spaccato di quella che fu la Shoah, ma se devo valutarlo come libro a prescindere, non posso non dire che di un diario di un'adolescente stiamo parlando: le parti del flirt tra Anna e Peter, gli screzi nell'appartamento, le amicizie, i libri e le riviste lette, l'accudimento del gatto, etc... risultano indigeste.
Cinque stelle per il documento storico, una per la lettura di un diario adolescenziale che la stessa Anna voleva un giorno pubblicare.