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“Kill Creek” di Scott Thomas è stato un vero e proprio incubo di lettura e in questo caso non è da considerarsi un commento positivo visto che stiamo parlando di un libro dell'orrore, qui da far rabbrividire ci sono solo i personaggi e la storia pessima.
Mi ero salvato questa lettura da fare, in quanto una sedicente “esperta” delle letture del genere orrore l'aveva consigliato come “must read” durante un'intervista in un podcast che seguo, ecco io magari non sono propriamente un esperto del genere, le mie letture di questo genere si limitano ai libri di Stephen King e a qualche autore che ha seguito il filone zombie, ma posso ben constatare come questo libro sia pieno d cliché che neanche un b-movie degli anni ottanta si degnerebbe di mettere in scena.
Il libro prometteva un'esperienza horror coinvolgente, la casa infestata è da sempre un classico, ma ha consegnato solo noia e frustrazione. Le atmosfere oscure promesse si sono rivelate banali e prevedibili. Thomas ha cercato di giocare con cliché del genere, ma senza alcuna originalità o suspence. Questo libro è stato un completo spreco di tempo e non lo consiglio a nessuno.
I personaggi di “Kill Creek” sono ancor peggio delle macchiette. Sono così unidimensionali e stereotipati che sembrano usciti direttamente da una serie televisiva di bassa qualità. Non c'è profondità psicologica né sviluppo dei personaggi, rendendo impossibile affezionarsi a loro o preoccuparsi per le loro sorti. È un altro motivo per cui questo libro è stato una delusione totale.
Menzione particolare alla figura femminile, la scrittrice protagonista su tutte che, per esempio, dopo aver fatto sollevamento pesi e una doccia si mette a scrivere per ore in piedi nuda il suo libro o che indossa abiti da cui le tette esplodono e che manda a fare in culo il 99% dei personaggi che incontra, ambè ‘o. ‘Ammazza se sei figa. (ah, ovviamente le storie dei suoi libri hanno le perversioni sessuali come sfondo).
Seconda menzione particolare anche al finale che è stato il culmine di questa deludente esperienza di lettura, così prevedibile e scontato che lo sentivi arrivare da chilometri di distanza, invece di lasciare il lettore con un senso di inquietudine o shock, il finale ha lasciato solo un senso di frustrazione per tutto il tempo sprecato nella lettura di questo libro.