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La spia perfetta, in originale “A Perfect Spy”, edito nel 1986, è un romanzo di spionaggio di John le Carré. Si tratta di un'opera che si discosta un po' dagli standard dell'autore, costruita intorno ai flashback che ci raccontano la vita di un padre e di un figlio, il loro rapporto, le loro diversità. Il romanzo raccoglie stralci della stessa vita dell'autore, come il periodo di studi a Berna e la passione per la letteratura tedesca del protagonista. È considerato uno dei romanzi più maturi di Carré.
La trama: al centro delle vicende è un personaggio nuovo, Magnus Pym: appunto “la spia perfetta”, l'agente che si muove, si nasconde e vive completamente nell'ombra. Pym vive a Vienna con la seconda moglie Mary e un figlio, Tom, che studia in un collegio dell'Inghilterra. La sua esistenza si svolge tranquilla, tra ricevimenti di diplomatici e rapporti sui contatti avuti. Fino a quando il padre di Pym, Richard T. Pym, muore. Inizia allora un viaggio retrospettivo attraverso le vite del padre e del figlio, che porterà i servizi segreti dell'occidente a dare la caccia a Magnus, la spia perfetta.
Lo scrittore inglese, ex agente segreto del MI6, ha rivelato in un'intervista al Sunday Times che in passato pensò di disertare in Unione Sovietica: “C'è stato un periodo in cui ero molto tentato di oltrepassare la cortina di ferro”. Accadde durante la guerra fredda, quando usava ancora il suo vero nome, David Cornwall, si trovava in Europa al servizio dell'MI6, il servizio di spionaggio di Sua Maestà britannica, e non aveva ancora iniziato la sua prodigiosa carriera di scrittore. Benché le sue idee siano oggi dichiaratamente di sinistra, non fu l'ideologia a fargli desiderare di lasciare l'Occidente per il fronte opposto, bensì semplicemente la sua onnivora curiosità: “Mi sarebbe piaciuto sapere com'era veramente la vita al di là della cortina di ferro”.
Le Carrè ha un trascorso davvero interessante: laureato a Oxford nel 1956, poi insegnante per due anni a Eton, la scuola dei re e dei premier, Le Carré era entrato nel corpo diplomatico nel 1959 e fu inviato in Germania e in altri paesi del continente, appunto lungo la “cortina di ferro”. Ben presto smise di fare semplicemente il diplomatico e venne reclutato dal servizio segreto, di cui faceva ancora parte quando, nel 1961, scrisse il suo primo romanzo. A quel punto un altro 007 britannico, Kim Philby, defezionò sul serio, accolto con tutti gli onori a Mosca, dove rivelò una lunga lista di agenti britannici in Europa, trai quali anche Le Carré, che ebbe una ragione di più per lasciare il servizio.
Insomma per capirci lui sa di cosa romanza: il romanzo, come è tipico di le Carré, costruisce un'intricata rete di inganni attorno alla quale ruotano i grandi giocatori degli intrighi della guerra fredda, fino a rendere la storia appassionante e coinvolgente, in una situazione in cui tutti sembrano essere il contrario di ciò che sono: alla fine l'autore saprà, con la sua solita maestria, dipanare la matassa e rendere chiaro un piano geniale.