Le cose che portiamo
1990 • 233 pages

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Le cose che portiamo, in originale “The Things They Carried” è una raccolta di racconti brevi scritta da Tim O'Brien e pubblicata nel 1990. I protagonisti dell'opera sono soldati appartenenti ad un plotone statunitense stanziato in Vietnam durante la guerra. Le cose che portiamo è stato finalista del premio Pulitzer e nominato tra i libri del secolo dal New York Times. Nel 2013, O'Brien ha ricevuto il premio Pritzker per la sua produzione letteraria a tema militare.

Sebbene sia un lavoro di fiction (i fatti narrati e i personaggi non sono reali, pur presentando molte componenti semi-autobiografiche), il libro descrive in maniera molto precisa e dettagliata la guerra. Secondo lo stesso O'Brien, creare una storia tecnicamente falsa ma che rappresenta realisticamente la guerra, invece di elencare semplicemente i fatti senza suscitare nessuna emozione nei lettori, è il miglior modo per raccontare la storia dei soldati coinvolti.

La trama vede le vicende di un immaginario plotone di soldati impegnato a combattere nella giungla vietnamita e racconta le storie di questi ragazzi in guerra, nel fango, diciotto, diciannove anni, la voglia di scherzare, quando si riesce e un peso insostenibile sulle spalle.

Sono moltissime le cose che portano, questi ragazzi mandati al massacro, e l'elenco è lungo e variegato, non solo le armi e le attrezzature, il cibo e gli oggetti di primo soccorso ma anche lettere da casa, biscotti di Natale, i collant della propria ragazza e fumetti, foto di una vita che sembra lontanissima quasi una leggenda persa nel tempo ormai. Ma non solo oggetti, ci sono anche le emozioni a pesare: ricordi, vergogna, paura, coraggio, crudeltà, la normalizzazione della guerra, di avere un amico che viene risucchiato dal fango e dalla merda o che un attimo prima sta compiendo un passo e l'attimo dopo è sparso su un albero lì vicino e tu devi raccoglierne i pezzi. Il peso più grande da portare è quello di essere vivi, quando gli altri muoiono.

La paura della morte onnipresente, in una storia che non è solo una narrazione di guerra, ma abbraccia anche il ritorno a casa e i giorni prima della partenza, i sentimenti del nemico, la storia della morte di una bambina cara all'autore che toglie la possibilità di crescere insieme e resta un peso da portare per sempre.

Il libro è scritto bene e si legge facilmente, riporta esattamente le sensazioni e le storie di questi ragazzi, anche se alcuni episodi sono un po' scollati dal continuum della storia e alcuni sono qualitativamente inferiori rispetto agli altri, sicuramente consiglierei la lettura di questo libro agli appassionati della storia nel Vietnam, ma sull'argomento ho letto libri migliori, come “Matterhorn” di Marlantes.

February 11, 2019Report this review