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Average rating3.8
Solita ma confortante roba fantasy (?)
Leggendo questo libro ho provato la confortevole sensazione di immersione in un classico mondo fantasy.
Ci sono viaggi in territori selvaggi come foreste misteriose e deserti inospitali, inseguimenti in città diroccate, scontri con mali antichi ed esplorazioni di grandi città medievali.
I personaggi sembrano la classica squadra da D&D, composta da: spadaccino, arciere, fante, menestrello, ladro, guaritrice e maga (anche se vengono arricchiti durante la storia). Tra le fazioni vediamo streghe, cultisti, zingari, soldati, e le varie forze del male.
Non poteva nemmeno mancare l'elemento ‘collante': la predestinazione, imprescindibile in questo tipo di narrazione, che è anche qualcosa di tangibile nel mondo de La Ruota del Tempo, ed ha importanza centrale.
Se da una parte ho apprezzato la capacità descrittiva, penso che l'autore sia in generale un po' pedante nelle descrizioni e nella narrazione, che in alcune parti è ripetitiva. Addirittura ad un certo punto mi sembrava di soffrire coi personaggi, ma non perché avevo empatizzato con loro, ma perché anche io dovevo sorbirmi decine di pagine della stessa solfa per arrivare a risoluzioni scontate.
Inoltre non c'è stata una gestione equilibrata dei vari punti di vista, mi son seccato di seguire il classico protagonista ‘prescelto', a discapito della più interessante e moralmente ambigua maga. Tra l'altro, sono proprio i personaggi secondari che spiccano.
I primari sono un macello, non li ho capiti fino all'ultimo, il protagonista sembra abbozzato, gli sbavano dietro tutte ed è incapace con le donne (poverino). Mat e Perrin, i soci, ad un certo punto ‘non sono pervenuti' se non per qualche battuttaccia. Le ragazze non ne parliamo. In generale son tutti personaggi adolescenziali fatti maluccio con tratti caricaturali.
Il background narrativo, raccontato da spiegoni, è intrigante però troppo ispirato dal legendarium Tolkieniano, che non aiuta al libro di smarcarsi dallo spettro de Il Signore degli Anelli. Ma si tratta di un prologo di una storia molto lunga, perciò tutto ha ampio margine di miglioramento.
In conclusione è stata una lettura scorrevole e imaginifica. Solo a tratti coinvolgente ed emozionante, ma in generale dopo un finale sottotono, credo di essere leggermente indifferente nei confonti de l'Occhio del Mondo. (2.5)