Umorismo e spregiudicatezza della genialità
Robert Sheckley rientra in quella categoria d'autori che apprezzo particolarmente, scrive di fantascienza sociologica, anche se come in altri autori simili a lui il contesto fantascientifico va in secondo piano, preferendo situazioni o ambienti derivativi della società contemporanea dell'autore piuttosto che salti immaginifici che mirano a sorprendere il lettore. Ciò che maggiormente però contraddistingue l'autore è l'acutezza delle sue idee e la semplicità della loro esposizione, in racconti “ridotti all'osso” ma estremamente chiari e adornati da una vena ironica e satirica. Non soltando è un autore che diverte, ma similmente a Bradbury punge il lettore e li spinge a riflettere su temi che per l'epoca erano avanguardia. Si parla di militarismo, sulla condizione umana, la salute mentale, l'ambientalismo, e l'individualismo nella società umana.
Qualcosa che contraddistingue tutti i racconti è la volontà di ribaltare le normali concezioni morali, mettendo un freno e un dubbio a ciò che crediamo sia giusto, sbagliato o normale, cercando anche di fare quel che tutti gli autori di fantascienza mirano: profetizzare il futuro.
Profetizzando il futuro, essendo che queste storie son state scritte pochi anni dopo la seconda guerra mondiale, spesso cerca di immaginare mondi utopistici dove per evitare il rischio di altra distruzione o guerre mondiali, l'umanità si è adattata in qualche modo (o nell'auto-contenimento o nello sfogarsi selettivamente), ed è divertente notare che molte di queste idee sono oggi vanno di moda sia nel cinema che nelle serie tv.
Questo autore è una delle mie scoperte più piacevoli dell'anno, qualcuno di cui non ho problemi a definire geniale.