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Il secondo viaggio in compagnia di Murakami non è andato come speravo. Norwegian wood mi aveva dato modo di empatizzare con i personaggi, di entrare pian piano nella storia e farla mia, ero riuscita a cogliere un messaggio chiaro e significativo da cui trarre qualcosa per me, per la mia vita. Quando ci si rispecchia nei libri in questo modo è impossibile non amarli.
Ero convinta di ritrovare le stesse cose anche in questo romanzo ma, si sa, le aspettative giocano brutti scherzi. A sud del confine, a ovest del sole mi è sembrato una pallida versione di Norwegian wood: le dinamiche si somigliano e i dialoghi sono ancora più infantili; i personaggi cercano ugualmente un proprio posto nel mondo, si tormentano con dubbi e domande incapaci di prendere decisioni ma alla fine risultano piatti; anche in questo romanzo la protagonista femminile è circondata da un alone di mistero che però infastidisce senza incuriosire; le sensazioni che mi ha lasciato sono le stesse ma mancano di intensità.
Ci sono comunque delle perle che non ho mancato di sottolineare!