Winesburg, Ohio A cura di Massimo Bacigalupo Traduzione di Marina Fabbri Edizione integrale Questo classico della narrativa americana scava profondamente tra desideri repressi, conflitti, inquietudini e sentimenti custoditi nell’intimità, celati sotto l’apparenza di una vita pubblica rispettabile e abitudinaria dagli abitanti di Winesburg, cittadina dell’Ohio. Si tratta di un tema ricorrente anche in altre opere dello stesso periodo: la comune quotidianità delle province americane all’inizio dell’era industriale sconfessa il mito di un’America puritana e conformista. All’occhio attento e profondo di Anderson gli schemi ottimistici del positivismo, entro cui la società moderna vorrebbe incasellare le singole esistenze, si rivelano fragili e fallaci di fronte ai bisogni e alla libertà dell’individuo. «Lo scrittore, un vecchio con i baffi bianchi, ebbe delle difficoltà per andare a letto. Le finestre della casa nella quale viveva erano in alto, ed egli voleva guardare gli alberi quando si svegliava al mattino. Venne un falegname ad accomodare il letto in maniera che fosse allo stesso livello della finestra.» Sherwood Anderson nacque a Camden, nell’Ohio, nel 1876. Pubblicò il suo primo romanzo, dichiaratamente autobiografico, nel 1916, ma raggiunse la piena fama nazionale solo con I racconti dell’Ohio, nel 1919: questa rimane la sua opera principale. Anderson fu particolarmente sensibile ai problemi relativi all’impatto che l’avvento dell’industrializzazione provocò nelle vite comuni, specialmente di chi viveva nella provincia.
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