Ratings2
Average rating4
"L'anno dei miei novant'anni decisi di regalarmi una notte di amore folle con un'adolescente vergine." Comincia così il nuovo romanzo di Gabriel Garcia Márquez, il libro con cui il premio Nobel colombiano torna dopo dieci anni alla narrativa. A raccontare è la voce dell'anziano protagonista, un giornalista eccentrico e solitario, che accanto a un'adolescente scopre il piacere inverosimile di contemplare il corpo nudo di una donna che dorme "senza le urgenze del desiderio o gli intralci del pudore". Scopre forse per la prima volta l'amore, quello che non ha mai cercato in tutte le donne che ha incontrato e conosciuto, trovando "l'inizio di una nuova vita a un'età in cui la maggior parte dei mortali è già morta".
Reviews with the most likes.
Se dovessi usare solo due aggettivi per descriverlo, direi che Memoria delle mie puttane tristi è un romanzo breve e indolente, stesse parole che nella mia mente associo alla vecchiaia.
Di fatto, questo racconto non è altro che un inno all'ultima età della vita, un tempo in cui le ore scorrono veloci come giorni e lasciano dietro di sé un peso che rallenta passi e mente.
Il nostro protagonista sta per compiere novant'anni e non s'immagina affatto di essere più vicino alla sua rinascita che alla morte. In un'età in cui corpo e anima sfioriscono e appassiscono lentamente, l'anziano professore vede germogliare dentro di sé il seme di un sentimento mai sperimentato prima: l'amore. Così, tra le pieghe malinconiche della nostalgia verso un passato che non può tornare si insinuano dolcemente riverberi d'incanto e gioiosa serenità per un futuro desiderabile.
E tu, lettore, non puoi fare altro che fermarti in contemplazione davanti a tanta bellezza e mistero.