Sono arrivato a pagina 160 e non sono riuscito a proseguire. Il libro è permeato da un pessimismo che trovo esagerato e soprattutto fine a se stesso, tante critiche (in qualche caso condivisibili), ma nessuna soluzione, tante domande e nessuna risposta. Per carità, farsi domande è utile per riflettere su un argomento ma se si guarda sempre il bicchiero mezzo vuoto e mai quello mezzo pieno, alla lunga la cosa per me è stancante, preferisco passare a letture più costruttive.
Difficile per me fare una recensione di questo libro. Da una parte la storia, una volta che ingrana nella seconda parte del libro, è avvincente, interessante, magari un tantino inverosimile, però me lo aspetto da un racconto di questo genere. Dall'altra per me il libro ha due grossi lati negativi. Per prima cosa la scrittura che è davvero misera come qualità, spesso banale e ripetitiva; in secondo luogo il libro è estremamente prolisso nella prima parte, tanto che fino a metà più volte ho avuto la tentazione di mollare il libro: 350 pagine solo per introdurre la storia e i personaggi sono un tantino troppe!
Premesso che si tratta di un libro sicuramente interessante per l'argomento trattato, sono rimasto un po' deluso, soprattutto sulla parte più reclamizzata dall'autore stesso nella quarta di copertina, ovvero l'analisi dei paralleli fra le tecniche usate da Goebbels e quelle utilizzate oggi da media e politica.
La parte storica iniziale, sebbene non super approfondita, fornisce una buona panoramica del personaggio Goebbels, soprattutto per chi come me non lo conosceva, se non per sentito dire.
Ho trovato invece un po' debole la seconda parte del libro, dove i principi tattici sono esposti in modo chiaro ma per me troppo sintetico (anche se a onor del vero l'autore stesso dice di aver fatto questa scelta consapevolmente); ma ho trovato ancora più deludenti ed eccessivamente scarni i riferimenti alla situazione odierna, riferimenti che talvolta ho trovato perfino un po' forzati (davvero dobbiamo essere così preoccupati dei meme?).
Da introverso ho adorato questo libro dalla prima all'ultima pagina.
E' stato confortante ritrovare nella lettura molti miei comportamenti considerati “poco sociali” e sentirmi dire che non hanno proprio niente di sbagliato, sono anzi proprio questi comportamenti che fanno di me una persona speciale a suo modo. E con me evidentemente siamo in molti se almeno il 30% delle persone nel mondo sono introverse...
Andando nel merito del contenuto del libro, difficile non concordare sulla tesi di fondo, ovvero che viviamo in una società in cui l'introversione è vista come un difetto, quasi una malattia; in particolare tutto il sistema scolastico è improntato sull'estroversione, questo vuol dire che un ragazzo introverso passerà gran parte della propria infanzia e adolescenza in un mondo in cui raramente si potrà sentire a suo agio.
Senza dilungarmi troppo posso dire che si tratta di un libro veramente ben scritto. La struttura è molto ordinata, i capitoli sono lunghi a sufficienza da sviscerare bene gli argomenti ma non troppo da annoiare, i contenuti sono ben documentati, la scrittura è piacevole.
Ovviamente il punto di forza è il fatto che la stessa scrittrice sia una persona introversa, il che rende quello che comunica decisamente efficace e persuasivo.
Il testo, molto breve, è in diviso in piccoli capitoli, che presentano ciascuno una diversa lezione di fisica, spaziando attraverso gli argomenti di maggiore interesse della materia, dalla meccanica quantistica alla teoria della relatività di Einstein.
Visto lo spazio ristretto è inevitabile che gli argomenti non possano essere presentati in modo esaustivo, tuttavia ho trovato il modo di raccontare dell'autore molto avvicente, tando da aver destato la mia curiosità, nonostante la fisica sia una materia su cui non ho mai capito granché...
Devo dire che ho trovato questo libro piuttosto difficile da leggere. Non tanto per la scrittura che tutto sommato, malgrado il flusso di pensieri a volte un po' ostico da seguire, scorre abbastanza fluida, quanto per il fatto che il protagonista del libro, che è anche il narratore della storia, è uno dei personaggi più negativi e sgradevoli della letteratura da me conosciuta.
La parte finale, davvero esilarante e degna del miglior Roth, è emblematica nel riassumere il carattere a dir poco odioso del protagonista (e qui butto un innocente spoiler): quello che avviene è che l'ennesima donna che il nostro “eroe” tenta di portare a letto gli dice senza pietà tutto quello che pensa di lui, togliendo le parole di bocca a me e penso a qualsiasi altro lettore che come me era arrivato boccheggiante alla parte finale del libro.
“Non serve a niente che un uomo come te disapprovi tanto la propria vita. Sembri provare un piacere particolare, una sorta di orgoglio a fare di te stesso il bersaglio del tuo bizzarro umorismo.
[...] Per tutto il giorno la stessa solfa.
[...] E sei una persona estremamente intelligente, il che rende la cosa ancora più sgradevole”
Finalmente! Per 180 pagine ho pensato esattamente lo stesso di questo personaggio egoista, ossessionato dal sesso, dalla religione, dalla madre, eppure paradossalmente così intelligente e colto.
Insomma ho la sensazione che in questo libro Roth si sia divertito a vedere fin quanto può esaltare le zone d'ombra di un personaggio prima che il lettore schifato si stufi e lo mandi a quel paese...
Partiamo dalle cose positive: ho trovato molto interessante il punto di vista sull'agricoltura, forse fin troppo estremo per la verità, ma devo ammettere che mi ha fatto riflettere su quanto questa pratica abbia degli effetti molto negativi per l'ambiente. Un'altra cosa che ho letto con piacere è il capitolo in cui la protagonista descrive come ha creato e portato avanti il suo orto di casa, spiegando tutti i passaggi in cui alla fine è giunta a capire di dover introdurre degli animali da cortile per farlo prosperare al meglio (che come vegana convinta le era inizialmente inconcepibile).
Detto questo credo sia un libro che per come è costruito non sta in piedi ed anzi è molto pericoloso perché propugna idee quantomeno controverse (la dieta simil paleolitica, la visione apocalittica sul futuro della terra) senza avere la necessaria credibilità: l'autrice non ha nessuna competenza scientifica per cui si limita a copia-incollare idee di altri e su questo potrei anche chiudere un occhio se non fosse che tutto il testo è pervaso da un tono fastidiosamente aggressivo nei confronti dei vegani (quando invece, visto il suo punto di vista, dovrebbe prendersela con l'umanità intera... ). Per non parlare poi del capitolo che spiega perché una dieta a base di proteine animali e senza cereali sia la migliore al mondo, su questo argomento ci sono già molti testi decisamente più autorevoli su cui potersi informare.
Insomma il testo per me è stato utile più che altro come spunto di riflessione su temi delicati come alimentazione e ambiente, ma francamente non si sentirei di consigliarne la lettura a nessuno.
Sarà che ho fatto diversi cammini negli ultimi anni, ma non ho potuto fare a meno di farmi trasportare con la fantasia nel viaggio insieme ai protagonisti di questo splendido libro, dalla Spagna alla Sardegna, dalla Liguria al Portogallo. La commovente sincerità e la grande umanità di Fabrizio e del narratore Massimiliano sono un toccasana per l'anima, ti fanno riflettere, ridere, piangere, ma soprattutto ti fanno venire voglia di mollare tutto e partire il prima possibile per un lungo cammino...
I contenuti del libro sono interessanti, offre parecchi spunti utili che proverò ad applicare alle mie prossime partite. Da appassionato lettore non ho apprezzato molto lo stile di scrittura, ma è chiaro che si tratta di uno di quei testi in cui la sostanza è molto più importante della forma, e comunque devo dire che la lettura scorre via molto scorrevole.
E' un libro che propone molti spunti interessanti su come le nostre scelte di tutti i giorni siano il più delle volte guidate dall'istinto e dall'intuito piuttosto che dalla razionalità, anche se spesso siamo convinti del contrario.
Ho trovato illuminante la prima metà del libro, dove con un linguaggio molto lineare e chiaro lo scrittore spiega il modo in cui il nostro cervello si comporta di fronte a diverse situazioni, chiarendo meccanismi mentali che ai più sono sconosciuti. La seconda parte invece a mio parere è troppo tecnica e prolissa, diciamo che mi sarei accontentato di una sintesi molto stringata di alcuni argomenti trattati, tant'è che devo ammettere di avere saltato qualche pagina.
Premetto che questo è uno dei libri meglio scritti che abbia mai letto, a sprazzi sono rimasto davvero a bocca aperta di fronte a quello che leggevo, per esempio nel primo capitolo (ma a memoria non ne ricordo altri di così memorabili, che voglia dire qualcosa?). Detto questo però ho trovato il libro troppo frammentario, prolisso, erano davvero necessarie 880 pagine per raccontare tutto ciò? A parte i continui flashback da un'epoca ad un'altra non facilissimi da seguire, ho trovato alcuni capitoli semplicemente poco interessanti, piccoli stralci quasi buttati là di cui non ho capito l'importanza. Insomma un'opera stilisticamente ottima, che disegna un interessante ritratto dell'America ma che non è riuscita a coinvolgermi completamente.
Ero un po' scettico all'inizio perchè si tratta di un romanzo che Wallace non ha completato, ma le recensioni mi hanno convinto a provarci. Ne è valsa assolutamente la pena.
Il fatto che sia incompleto non mi permette di dargli le 5 stelle ma questo romanzo ha comunque una forza letteraria rara, data dalla grande abilità di scrittura di un genio. Consigliatissimo a tutti i fan di Wallace, ma anche per chi non lo conosce può essere una lettura sorprendente.
Una sopresa questo Franzen, ennesimo scrittore americano di alto livello. Un libro che ha forse il solo limite di essere leggermente prolisso, a parte questo si tratta di un ottimo ritratto di una tormentata famiglia americana, a tratti desolante, a tratti ironico, ma sempre molto umano. Inaspettatamente gradevoli le lunghe dissertazioni sulle tragicomiche vicende dell'anziano padre di famiglia.
Un ottimo libro, scritto come sempre stupendamente da McEwan. Rispetto ad altri suoi libri questo l'ho trovato più intenso,la storia mi ha appassionato, così come ho trovato interessante il tema scientifico che caratterizza il racconto (le energie rinnovabili e il cambiamento climatico). Nel complesso un libro molto ben riuscito, senza sbavature e privo di momenti noiosi, da leggere d'un fiato.
Un libro esagerato, in molti sensi, nel bene e nel male... Ho trovato dei brani di un intensità unica, altri davvero esilaranti, altri così complessi da essere quasi illegibili, al punto da farmi pensare che Wallace abbia deliberatamente deciso di “sfidare” il lettore ad arrivare alla fine di questo gigante di 1200 pagine. Comunque sono contento di essere arrivato alla fine, ne è valsa la pena.
Ecco, se dovessi consigliare un libro a chi pensa che la lettura sia un passatempo noioso, gli consiglierei di leggere questo capolavoro di Wallace. Non che sia semplicissimo per carità, forse per chi non è avvezzo alla lettura richiede un po' di sforzo per seguire tutti i salti temporali cui l'autore ti costringe. Ma è scritto con uno stile che se ti cattura, come è successo a me, non ti molla più e poi non puoi più farne a meno. Inutile raccontare la trama, questo è il classico libro in cui più che la storia contano i personaggi, i dialoghi, lo stile della scrittura, i racconti nel racconto, insomma più che un libro è un concentrato di idee e un inno alla letteratura, che mi ha fatto venire voglia di scrivere, di leggere...insomma, di vivere.
Sinceramente deludente, l'ho trovato inconsistente, una storia priva di attrattiva, con il consueto stile poetico dello scrittore che per una volta ho trovato “fuori posto”.
Baricco: è vero che hai scritto alcuni libricini che sono secondo me stupendi (Novecento, Seta, Oceano Mare), ma non è che adesso penserai che basta fare un libro di pochissime pagine perchè diventi automaticamente un capolavoro, vero??
Bellissimo! E' il secondo libro che leggo di Saramago ed è il secondo che considero un capolavoro. Questo scrittore trasuda intelligenza da ogni riga che scrive, ogni cosa che racconta ha una sua logica (malgrado l'illogicità dell'idea di base del racconto) tanto che ti viene da fidarti ciecamente di quasiasi cosa ti dica, o almeno a me succede così...
Il libro è diviso in due parti: la prima è più che altro un analisi dettagliata delle conseguenze che la scomparsa della morte porterebbe sulla società...questa parte è piena di spunti interessanti e malgrado il tema impegnativo scorre via abbastanza velocemente.
Nella seconda parte invece, quasi a sorpresa, comincia a svilupparsi la vera e propria trama del libro, che si sviluppa come un racconto “leggero” con al centro la figura della morte, che diventa un vero e proprio personaggio. E' questa la parte del libro che mi sono goduto di più: è impagabile l'ironia con cui Saramago descrive la morte, dipinta con tratti umani e quasi con affetto, quasi che lo scrittore stesse cercando di analizzare il movente psicologico della crudeltà del personaggio.
Rispetto a Dance Dance Dance e Norwegian Wood l'ho trovato un tantino noioso in certi tratti, stavo quasi per abbandonarlo verso metà, poi le ultime appassionanti 150 pagine mi hanno “sospinto” verso il finale, in realtà un tantino deludente. Per gli appassionati di Murakami è comunque un libro che va letto, per chi non lo conosce...bè consiglio di partire da altri suoi libri.
Un libro che merita di essere letto, soprattutto perchè è l'affresco di un epoca e perchè ti aiuta a capire alcuni meccanismi della società che potrebbero essere tranquillamente validi ancora oggi. Oltre alla realtà storica l'altra cosa che mi ha colpito sono i personaggi, descritti con una tale affetto e una tale simpatia che sembra quasi l'autore stia parlando della sua famiglia...