I have never been so disappointed by a book. So much praise about an author that, at least for this book, seems to give up after page 50. The primes seemed interesting but the execution was weird. Interestingly, the book seemed really nice up to 40% length. After that, it seems that the author gives up or simply doesn't know anymore what to say about this story. Also the style deteriorates after the first half of the book, reaching terribile peaks of triavilty. Not only that, but the story is never fully developed. Should I really believe that Lara's is so so happy with John , as she likes to repeat 100 times during the book, if her own world and memories seems to be completely stuck in that summer? She even called one of her daughter Emily (another stupid cliche).
Il titolo sembrava promettere bene ma questo libro sembra non aver ricevuto alcun processo editoriale. Manca un'introduzione allo scopo e all'idea dell'opera. Al contrario, il testo inizia quasi in medias res parlando dell'assassino di Socrate e poi prosegue un po' a caso (scegliendo in maniere apparentemente casuale gli argomenti specifici di ogni filosofo) parlando di Platone, Socrate ed Epicuro. Inframmezzate ci sono anche riferimenti a Demostene e a vari altri politici ateniesi e romani. Ma il lettore è perduto fin dal secondo capitolo perché non è da subito chiaro lo scopo e il respiro del testo. Tutto diviene un po' più chiaro alla fine con la conclusione, in cui sembra che lo scopo fosse quello di dimostrare la persecuzione dei filosofi da parte di politici e cristiani. E la scelta degli argomenti dei capitoli precedenti si comprende nell'ambito di questo scopo.Ma l'argomento non è affatto convincente, essendo diluito e indebolito dall'evidente scelta specifica di testimonianze. Il lettore comprende la mancanza di critica di altre testimonianze e si sente un po' preso in giro da questo modo di scrivere.
Tutto ciò poteva tranquillamente evitarsi con un miglior processo editoriale.
Uno dei peggiori libri letti in vita mia. Viene da pensare che Kafka non sia morto di tubercolosi ma di noia nello scrivere questo romanzo. Sarebbe probabilmente stato molto meglio bruciarlo, secondo le intenzioni dell'autore, piuttosto che pubblicare quest'opera incompiuta senza senso. Tutte le varie interpretazioni teologiche, psicoanalitiche, capitalistiche saranno anche interessanti ma sinceramente mi sembra che stiamo andando un po' più in là - molto più in là - delle intenzioni dell'autore.
Un testo interessante, che analizza i processi decisionali e comunicativi precendenti il disastro della diga del Vajont. Indispensabile non solo per comprendere meglio questa particolare vicenda, ma anche in altri contesti industriali e non per evitare i rischi associati a una grave mancanza di comunicazione e di gestione di risorse e conoscenze.
Uno dei più recenti libri di uno dei miei autori preferiti, che apprezzo fin dallla mia prima lettura di un suo libro, Il mondo di Sofia, quasi 20 anni fa. Sono sempre rimasto estasiato dai suoi libri, e dai bei pensieri e sensazioni che suscitano. Gaarder è uno dei motivi per cui ho tanto amato e approfondito la filosofia. Questo libro, scritto sottoforma di lettera rivolto ai suoi nipoti, mi sembra diverso dai precedenti. Ma forse è solo perché ora sono più vecchio di un tempo. È una lettera rivolta al futuro, e dona tanta speranza in un periodo come l'attuale, con le derive totalitarie viste in tanti paesi, i focolai di guerra, l'inasprirsi degli estremismi e l'isolamento dalla società provocato dall'uso errato di internet e degli smartphone. Dona una certa speranza nel futuro, spronando ciascuno di noi a darsi da fare per contribuire a cambiare le cose, evitando di pensare solo a noi stessi e cercando di costruire un futuro per coloro che verranno. Ho trovato interessante che, per spronare a questo messaggio, Gaarder fa due supposizioni con le quali non sono necessariamte d'accordo: che probabilmente Dio non esiste e che forse non incontreremo mai una specie aliena nell'universo. La prima supposizione sembra che sia necessaria per convincere le persone a non affidarsi alla speranza di una meravigliosa vita nell'aldilà, ma a rendere la vita al di qua la migliore possibile. La seconda supposizione sembra sottostare all'idea di Gaarder che noi siamo molto più speciali di qualsiasibalrro essere vivente, per il semplice fatto che siamo in grado di pensare e conoscere l'universo. Sono idee interessanti, forse non strettamente vere di prese ma, nel clima attuale, assolutamente necessarie da prendere in considerazione per evitare di distruggere noi stessi e il pianeta che ci ospita. E Gaarder chiama ognuno di noi a mobilitarsi per mantenere il presente di cui possiamo ancora giocare e a costruire un futuro migliore per i nostri discendenti. Senza scuotere le spalle dicendo che non tocca a noi, che siamo troppo piccoli per cambiare le cose o che non c'è più speranza. Per questi motivi leggere questo libro è stato per me un soffio di speranza.
I am a huge fun of Terry Pratchett. I love most of his book, with his ability to make you smile while telling a story that can be read on many levels, starting as a joke when you are a child up to some great pearls of wisdom when you are older. Nonetheless, I think this is not one of his best books. The jokes are as great as usual and it seems to me that the story failed to developed to its full potentials. It is as if it just stagnated after a while. After reading more than 20 books from Pratchett I expected something different from the good premises.
This is surely not one of the best by Scalzi and I was tempted with 1 star but then I read the postfaction by the author and his struggle with retrieving a balance after the crazy 2020 year. And as I felt in a very similar way, I think 3 stars is all right and I hope he's going to get back to full force soon.
Just four out of five stars because, even if the book is really well written, interesting and inspirational I don't understand how this research could already be so mature to address children education and teacher training. Either I am missing some important link or it seems to me that the research reported is still too basics to really be used to address education problems with confidence.
Furthermore, the answer to the title of the book is not actually answered which, however, was kind of expected considering that he's a neuroscientist and not a programmer. But still...the title is misleading.
It seems to me that the background story and the writing techniqgue get worse along the series. The first book was written really week, you can almost taste the talent of J.K. at every page. Here, however, there is almost only dialogues and not any more beautiful description. Also, chapter and sentences get really shorter. Someone could say that this is the way to write a detectivme story, but actually the thing that I found interesting about this series was how JK could write a detective story, not how she could manage with stereotypes.
Furthermore, the author is unable to address one of the main problems of detective stories: how not to introduce too many characters and situations that entangles the situations so that it becomes impossible to follow the story and try to guess who is guilty and why.
In summary, it seems to me that this series has lost any original characteristic that was cool.
Il libro è pieno di idee e riflessioni interessanti, che danno spunto a conversazioni e ragionamenti proficui, tuttavia è poco strutturato. Sembra mancare un filo rosso tra i vari capitoli, per altro troppo brevi per convogliare in maniera efficace le idee ricavate dagli esperimenti scientifici condotti, che sembrano così quasi arbitrarie.
Il libro inizia con qualche breve considerazione fisica sulla natura del tempo, per poi perdersi totalmente in uno stentato filosofeggiare sulla natura della realtà tutta.
Non voglio sembrare il tipico giovane che guarda con sufficenza anziani scienziati che si dilettano nel mondo della filosofia ma, da fisico e amante della filosofia, credo sia bene sapere come usare le citazioni filosofiche e i vari autori e filosofi del passato.
Quasi ogni paginetta del libro è zeppa di citazioni sparse su molteplici secoli, da Platone ad Agostino e da vari testi religiosi indiani. Ma, e questo penso sia un grande errore e punto debole di questo libro, nessuna di queste citazioni è contestualizzata. Bisogna ricordare, per quanto si voglia argomentare che il tempo non esista, che gli esseri umani vivo nel tempo in tempi diversi. Perciò, quando si cita un filosofo o uno scritto religioso, bisogna ricordare, per quanto tali citazioni possano sembrare carine e appropriate per i propri scopi, che sono argomentazioni nate da persone che vivevano in un certo periodo storico-sociale. E non credo che l'autore sia ben conscio di ciò e si aspetti che i lettori siano capaci da soli di contestualizzare le citazioni. In primo luogo perché si tratta di un testo di divulgazione scientifica e non rivolto a esperti filosofi e di storia delle religioni e secondo, basta prendere una frase delle tante dal libro per comprendere che l'autore non ha questo in mente:
“nel libro XI delle Confessioni, Agostino si interroga sulla natura del tempo - anche se interrotta da esclamazioni in stile predicatore evangelico che io trovo assai noiose”. Basta questo pezzo per comprendere la gravità del problema ossia l'idea di leggere non un libro di un fisico che spiega cosa ci può dire la fisica sul tempo oggi bensì una serie di pagine di citazioni disconnesse di pensieri del tutto personali e difficilmente condivisibili.
Really wonderful and mind-blowing except for the double final and the post scriptum of other people. the former could still be cool even dough I think it would have been greater without the double final. About the post scriptum, I really think they were not necessary and in some way not so coordinated to the rest of the book.
but still... mind-blowing and funny.
the book is really well written, especially the part about quantum physics vs classical physics. As a physicist I can see Gazzaniga really understood the problem of duality. however , I really need more explanation in order to understand the application of this concept to the mind / brain duality and to his theory about material / symbolism duality because I didn't understand the connections.
E' vero che, trattandosi di un romanzo di genere fantascientico ma anche poliziesco, la narrativa non è semplice. Come è descritto nella sinossi, in tal caso bisogna comunque rispettare alcune regole nella scrittura per evitare sconvolgimenti che minino le basi del genere giallo. In questo sicuramente Philipps è riuscito. Tuttavia, la base fantascientifica mi sembra pur sempre un po' debole nella sua struttura.