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Libro che l'autore firma senza la “M.” tra “Ian” e “Banks” nel suo nome, come sua tipica caratteristica quando scrive opere che non sono di fantascienza come nella sua normale produzione letteraria. in tre parole: suggestivo, inquietante, bellissimo.
Banks è davvero bravo, spinto da una immaginazione che ho riscontrato in pochissimi altri autori, riesce sempre a sorprenderti con trame molto complesse, oserei dire “oniriche” come Murakami, ma con una forte componente di thriller.
Soprattutto in questo libro, l'immaginazione e la suggestione fluisce dalle pagine, dove il protagonista John Orr si ritroverà senza memoria a vivere nella struttura de il “Ponte”. Anche in questo caso tralascio i commenti sulla traduzione del titolo (The Bridge, appunto all'origine). Questa struttura è vastissima, di un colore rosso rubino, rosso sangue sarebbe meglio dire, che non ha fine... si estende sopra un fiume o un delta di un fiume senza che gli abitanti stessi sappiano cosa ci sia alle estremità di esso, ne le motivazioni per cui sia stato costruito. Ma John è diverso da loro, lui reduce da un incidente, vorrà capire, vorrà conoscere, si vuole spingere ad una delle sue estremità, ma si troverà a combattere con la sua stessa mente per farlo...
Capolavoro. Banks è un grande della narrazione contemporanea, soprattutto per gli amanti della fantascienza il “Ciclo della Cultura”, peccato solo che sia tradotto poco in Italia.