Dove i pensieri non fanno rumore
Dove i pensieri non fanno rumore
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Il mio cuore non ha retto, e ho pianto sia l'acqua che ho in corpo che quella del battesimo. Mi fanno male i condotti lacrimali
Una piccola lettera, appunti sparsi, che l'autore cerca di riordinare e infine decide di trasformare in un racconto. Un racconto che parla di malattia, una delle più infami che cancella piano piano ma inesorabilmente il cervello di una persona lasciandone un guscio vuoto senza ricordi, dunque di lunghi addii, ma parla anche di amore, del tramandare cose importanti e di come la vita nonostante tutto va sempre avanti. Tutto questo lo fa con la voce di un nonno, di suo nipote Noah (detto Noahnoah) e quella del padre, Ted.
Ho trovato bellissima l'immagine della mente del nonno, raccontata come una piazza in cui piano piano vengono chiuse le strade, le case si fanno pericolanti, le persone che ci passeggiano, i volti amici diventano sfuocate e poi semplici passanti, ma all'interno di questa piazza c'è anche un enorme drago che dorme e uno strano gufo ed un pinguino. Quanti draghi e quanti gufi stanno nelle nostre menti? Quante di queste strade anche noi cominciamo a non percorrere più? Quanti volti che conoscevamo adesso ci sembrano dei semplici passanti? Quante esperienze e ricordi potremmo tramandare e magari non lo facciamo e un giorno andranno perduti?
Il racconto è breve, ma intenso. Parla tanto di amore e delle cose che perdiamo, ma anche di molte cose che dovremmo cercare di proteggere dallo scorrere del tempo e alla fine probabilmente per salvarle basterebbe poco, magari un unico palloncino come quello che il piccolo Noah usa con il nonno. Perchè paradossalmente una cosa che vola può tenerlo legato alla realtà.
Una preziosa lettura adatta a tutti, adulti e bambini.