Gente che uccide

Ennesimo capolavoro di John Connolly, un talento che definerei assoluto e molto più accentuato che in altri scrittori sovvrabbondantemente conjosciuti e stimati. Uno scrittore di thriller puro che lascia delle sensazioni fortissime ai suoi lettori.

Gente che uccide è il terzo episodio di una serie sempre più coinvolgente e che non si può dimenticare facilmente. Ritroviamo qui le caratteristiche che rendono Connolly uno scrittore di classe: un protagonista delineato con realismo assoulto con sentimenti lucidi e quasi toccabili e riflessioni profonde, degli amici che fanno egregiamente da spalla, ma sopra ogni altra cosa (difficilissimo da trovare nei thriller) dei dialoghi intelligenti e finalmente dei cattivi che sonio vermante cattivi che uccidono drammaticamente e spettaccolarmente; l'intreccio narrativo è pieno di pathos.

Charlie Parker, il protagonista, questa volta avrà a che fare con delle sette religiose; ma questo sembra essere il proseguo a “Tutto ciò che muore”, perchè riprende il tema del “Viaggiatore”, lo spietato killer che ha segnato le profonde cicatrici nell'animo di Parker. Un inizio un po' le lento per arrivare con l'ingresso di Pudd ad un cambiamento radicale di ritmo, fino all'agghiacciante finale.

Notiamo un'eleganza nel tratteggio delle trame, nelle descrizioni suggestive, nella rappresentazione del male, che sono sempre originali, che lasciano sorpresi. La narrazione in prima persona poi fa aderire la trama ai sensi del lettore come un tentacolo che sonda il buio delle perversioni umane, creando così una immedesimazione nel lettore che è difficile riscontrare in altri scrittori.

In questo genere letterario per me Connolly è il numero uno. Non fatevelo sfuggire, ma ovviamente dovete partire nella lettura dall'inizio dei libri con protagonista Charlie Parker, “Tutto ciò che muore”.